E per cupidigia, con parole finte, si renderanno merce di te: il cui giudizio ormai da lungo tempo non indugia, e la loro dannazione non sonnecchia. E per cupidigia - Che possano ottenere denaro da spendere per le loro concupiscenze, con parole finte, πλαστοις λογοις, con falsi racconti, false narrazioni, fatti finti, miracoli bugiardi, leggende favolose. "In questa singola frase", afferma il dott.

Macknight, "vi è una chiara previsione delle pratiche inique di quei grandi mercanti di anime, il clero romano, che hanno valutato tutti i crimini, anche i più atroci, a un prezzo fisso; così che se la loro dottrina è vera, chiunque paghi il prezzo può commettere il crimine senza rischiare la sua salvezza." Come la Chiesa papale abbia reso merce di anime, non necessita qui di una spiegazione particolare. Fu questa abominevole dottrina che mostrò ad alcuni, allora in quella Chiesa, l'assoluta necessità di una riforma.

Il cui giudizio ormai da lungo tempo - Fin dall'inizio Dio ha condannato il peccato, e ha inflitto adeguate punizioni ai trasgressori; e ha promesso nella sua parola, fin dai tempi più antichi, di riversare sugli empi la sua indignazione. Il castigo, dunque, tanto tempo fa predetto, ricadrà su questi peccatori impuri e incorreggibili; e la condanna che viene denunciata contro di loro non sonnecchia: è vigile, sta arrivando, va in fretta, e presto li raggiungerà.

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