E fu dato loro che non li uccidessero, ma che fossero tormentati cinque mesi: e il loro tormento era come il tormento di uno scorpione, quando colpisce un uomo. A loro è stato dato - Cioè, sono stati autorizzati.

Che siano tormentati cinque mesi - Alcuni prendono questi mesi alla lettera, e li applicano alla condotta degli Zeloti che, da maggio a settembre, nell'anno dell'assedio, produssero terribili contese tra il popolo; o alle afflizioni portate agli ebrei da Cestio Gallo, quando venne contro Gerusalemme, davanti alla quale giacque un'intera estate, o quasi cinque mesi - Vedi Joseph., Bell. Giud., l. ii. C. 19.

Altri considerano i mesi come mesi profetici, ogni giorno viene calcolato per un anno; perciò questo periodo deve ammontare a centocinquanta anni, contando trenta giorni per ogni mese, come era l'usanza generale degli asiatici.

Il loro tormento era come il tormento di uno scorpione - La fraseologia qui è peculiare e probabilmente si riferisce all'arma bellicosa chiamata scorpione, molte delle quali, o uomini armati con esse, Cestio Gallo portò con sé nel suo esercito.

Isidoro descrive questo scorpione così: Scorpio est sagitta venenata arcu vel tormentis excussa, quea, dum ad hominem venerit, virus qua figit infundit; unde et scorpio nomen accepit. "Lo scorpione è una freccia avvelenata scagliata da un arco o altro strumento, che, quando ferisce un uomo, deposita nella ferita il veleno di cui è ricoperto; donde prende il nome di scorpione". Seneca, nel suo Hercules Oetaeus, atto iv., ver. 1218, descrive il tormento che provoca questa specie di freccia avvelenata: -

Heu qualis intus scorpius, quis fervida

Plaga revulsus cancro infixus misura

Urit midollo?

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