Gli occhiali, e il bisso, e i cappucci, e i veli. I bicchieri - La congiunzione ו vau, e - E i bicchieri, è qui aggiunta da quarantatré dei manoscritti di Kennicott e trentaquattro di De Rossi, e da uno mio, antico, oltre che da molte edizioni.

E i veli. "Le vesti trasparenti" - Τα διαφανη Λακωνικα, Sett. Una specie di abito di seta, trasparente, come una garza; indossati solo dalle donne più eleganti, e come si vestivano elegantius quam necesse esset probis, "più elegantemente di quanto dovrebbero fare le donne modeste". Tali indumenti sono indossati fino ai giorni nostri; capi che non solo mostrano la forma di ogni parte del corpo, ma il colore stesso della pelle.

Questo è evidentemente il caso di alcune decine di disegni di donne asiatiche ora davanti a me. Questo tipo di abbigliamento fu in seguito in uso presso i Greci. Prodico, nella sua celebre favola (Senoph. Memorab. Socr. lib. ii.) esibisce il personaggio dell'Accidia in questa veste: Εσθητα δε, εξ ἡς αν μαλιστα ὡρα διαλαμποι: -

"La sua veste è stata tradita

Attraverso la trama chiara ogni tenero arto,

Aumentando il fascino che sembrava solo ombreggiare;

E mentre scorreva giù così sciolto e sottile,

La sua statura mostrava più alta, più bianca come la neve la sua pelle."

Furono chiamati multitia e coa (scil, vestimenta) dai Romani, per essere stati inventati, o meglio introdotti in Grecia, da una Panfila dell'isola di Cos. Questo, come altre mode greche, fu ricevuto a Roma, quando iniziò il lusso prevalere sotto gli imperatori. A volte era indossato anche dagli uomini, ma considerato un segno di estrema effeminatezza. Vedi Giovenale, Sat. ii., 65, ecc. Publio Siro, che visse quando la moda fu introdotta per la prima volta, ne ha dato una descrizione satirica umoristica in due righe, che per caso si sono conservate: -

"Aequum est, induere nuptam ventum textilem?

Palam prostare nudam in nebula linea?"

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