E sarà per un santuario; ma per pietra d'inciampo e per pietra di scandalo per entrambe le case d'Israele, per gin e per laccio per gli abitanti di Gerusalemme. E sarà per un santuario "E sarà per te un santuario" - La parola לכם lachem, per te, assolutamente necessaria, secondo me, al senso, si perde in questo luogo: è conservata dalla Vulgata, "et erit vobis in sanctificationem.

I Settanta ce l'hanno al singolare: εσται σοι εις ἁγιασμον, sarà per Te. Oppure, invece di מקדש mikdash, santuario, si deve leggere מוקש mokesh, laccio, che poi si ripeterebbe senza alcuna proprietà o eleganza, alla fine del verso.Il caldeo legge al suo posto mishpat, giudizio, poiché lo traduce con purean, parola che spesso risponde a mishpat nella sua parafrasi.

Un ms. ha al posto di מקדש ולאבן mikdash uleeben, להם לאבן lahem leeben, che ne schiarisce il senso e la costruzione. Ma la lettura della Vulgata è, credo, il miglior rimedio a questa difficoltà; ed è in qualche modo autorizzato da להם lahem, la lettura del ms. sopra citato.

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