Le vie di Sion sono in lutto, perché nessuno viene alle feste solenni: tutte le sue porte sono deserte: i suoi sacerdoti sospirano, le sue vergini sono afflitte ed ella è nell'amarezza. Le vie di Sion fanno lutto - Una bella prosopopea. I modi in cui il popolo calcava venendo alle sacre solennità, non essendo ormai più frequentati, sono rappresentati come versanti lacrime; e le porte stesse partecipano dell'angoscia generale. A questa immagine ricorrono tutti i poeti eminenti tra i Greci e i Romani. Così Mosco, nel suo Epitaffio su Bion, ver. 1-3: -

α μοι στροναχειτε ναπαι, και Δωριον ὑδωρ

Και ποταμοι κλαιοιτε τον ἱμεροεντα α.

Νυν φυτα μοι μυρεσθε, και αλσεα νυν γοαοισθε, κ. . .

"Voi venti, con dolore piegate le vostre vette ondeggianti,

Fontane doriche, mormorate mentre scorrete;

Dalle urne piangenti versate le tue copiose pene,

E invita i fiumi a piangere la morte di Bion.

Voi boschi ombrosi, in abiti color zibellino,

Piangete, voi piante, in perlacee gocce di rugiada;

Voi fiori cadenti, diffondete un fiato languido,

E muori con dolore, alla morte del dolce Bion."

Fawkes.

Quindi Virgilio, Aen. vii., ver. 759: -

Te nemus Anguitiae, vitrea te Fucinus unda

Te liquidi flevere lacus.

"Per te, ampia eco, sospirava i boschi di Anguitia;

Per te, in mormorii, pianse le tue inondazioni native".

E più in particolare sulla morte di Daphnis, Eclog. 5 ver. 24: -

Non ulli pastos illis egere diebus Frigida,

Daphni, boves ad flumina: nulla neque amnem

Libavit quadrupes, nec graminis attigit herbam.

Daphni, tuum Poenos etiam ingemuisse leones

Interitum, montesque feri, sylvaeque loquuntur.

"I cigni hanno dimenticato le loro pecore, né vicino al baratro

Di acque correnti hanno portato a bere i loro armenti:

Il bestiame assetato di se stesso si astenne

Dall'acqua, e il loro cibo erboso disdegnato.

La morte di Dafni deplorano i boschi e le colline;

Odono i leoni libici e ruggiscono».

Asciugare.

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità