E il sacerdote esaminerà la piaga nella pelle della carne: e quando il pelo della piaga sarà diventato bianco e la piaga in vista sarà più profonda della pelle della sua carne, sarà una piaga di lebbra: e il sacerdote lo guarderanno e lo dichiareranno impuro. Il sacerdote - lo dichiarerà impuro - וטמא אתו vetimme otho; letteralmente, lo inquinerà, cioè, nell'idioma ebraico, lo dichiarerà o lo dichiarerà contaminato; e in Levitico 13:23 è detto, il sacerdote lo dichiarerà puro, וטהרו הכהן vetiharo haccohen, il sacerdote lo purificherà, i.

e., dichiararlo pulito. In questa frase abbiamo il significato proprio di Matteo 16:19 : Tutto ciò che legherete sulla terra, sarà legato in cielo; e tutto ciò che scioglierete sulla terra sarà sciolto nei cieli. Con cui nostro Signore intima che i discepoli, dall'avere le chiavi, cioè la vera conoscenza della dottrina, del regno dei cieli, dovrebbero, da particolari evidenze, essere sempre capaci di distinguere tra il puro e l'impuro, il sincero e ipocrita; e pronunciare un giudizio infallibile come fece il sacerdote nel caso della lebbra, dai pegni già specificati.

E poiché questo legare e sciogliere, o dichiarare idoneo o non idoneo alla comunione con le membra di Cristo, nel caso dei discepoli deve essere sempre secondo la dottrina del regno dei cieli, la sentenza deve essere considerata come procedente immediatamente da lì, e di conseguenza come divinamente ratificato. Il sacerdote contaminava o mondava, cioè dichiarava l'uomo puro o impuro, secondo segni ben noti e infallibili.

I discepoli o ministri di Cristo legano o sciolgono, dichiarano di essere idonei o inadatti alla comunione ecclesiale, secondo prove inequivocabili di innocenza o colpevolezza. Nel primo caso, il sacerdote dichiarava la persona idonea o inadatta alla società civile; in quest'ultimo, i ministri di Cristo dichiarano la persona contro la quale è posto il sospetto di colpevolezza, idonea o inadatta alla continua associazione con la Chiesa di Dio.

L'ufficio era lo stesso in entrambi, una dichiarazione della verità, non per alcun potere che possedevano di pulire o inquinare, di legare o di sciogliere, ma per la conoscenza che acquisivano dai segni infallibili e dalle prove prodotte sui rispettivi casi.

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