Ma l'altro, rispondendo, lo rimproverò, dicendo: Non temi Dio, visto che sei nella stessa condanna? Non temere Dio - Le sofferenze di questa persona gli erano state santificate, così che il suo cuore era aperto per ricevere aiuto dalla mano del Signore: è un vero penitente, e ne dà la prova più piena che può dare, cioè. il riconoscimento della giustizia della sua sentenza. Aveva peccato e riconosce il suo peccato; il suo cuore crede per la giustizia, e con la sua lingua fa confessione per la salvezza.

Mentre si condanna, porta testimonianza che Gesù era innocente. Il vescovo Pearce suppone che questi non fossero ladri nel senso comune della parola, ma ebrei che presero le armi in base al principio che i romani non dovevano essere sottomessi e che i loro tributi erano oppressivi; e perciò non si facevano scrupolo di derubare tutti i romani che incontravano. Questi ebrei Giuseppe Flavio chiama λῃσται, briganti, lo stesso termine usato dagli evangelisti.

Questa opinione trae una certa forza dalla confessione del ladro penitente: Riceviamo la ricompensa delle nostre azioni - ci siamo sollevati contro il governo e abbiamo commesso depredazioni nel paese; ma quest'uomo non ha fatto nulla di male - ατοπον, fuori luogo, disordinato, - nulla di atto a suscitare sedizione o insurrezione; né in contrasto con le sue dichiarazioni di pace e di buona volontà verso tutti gli uomini, né con la natura di quel regno spirituale che venne a stabilire tra gli uomini; sebbene ora sia crocifisso con il pretesto di disaffezione al governo romano.

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