Se infatti dall'olivo che è selvatico per natura fosti tagliato e contro natura fosti innestato in un buon ulivo, quanto più questi, che sono i rami naturali , saranno innestati nel loro proprio olivo? L'olivo, che è selvaggio per natura - Che è κατα φυσιν, naturalmente, selvaggio e sterile; perchè che l'olivo selvatico non portasse frutto è sufficientemente evidente dalla testimonianza degli autori che hanno scritto sull'argomento; da qui il proverbio, Ακαρποτερος αγριππου· più infruttuoso dell'olivo selvatico.

Λακωνες γαρ αγριαν ελαιαν αγιππον καλουσι· per gli Spartani chiamano l'olivastro αγριππον. Vedi Suida. E quindi Esichio interpreta αγριελαιος, l'olivo selvatico, (la parola qui usata da S. Paolo), da ακαρπος, infruttuoso: e la ragione data in Diogene. Proverbio. Cent. ii. n. 63, is φυτον γαρ εστιν ὁ αγριππος ακαρπον· poiché l'olivo selvatico è un albero infruttuoso.

Per questo l'apostolo dice molto propriamente: Tu sei stato tagliato, εκ της κατα φυσιν αγριελαιου, da quell'olivo che è incolto, perché è sterile: il κατα φυσιν non si riferisce qui al suo essere naturalmente sterile; ma al suo essere comunemente o abitualmente permesso di rimanere tale. E che questa sia l'importanza della frase qui è evidente dalla successiva clausola del versetto.

E siamo stati innestati contro natura - Παρα φυσιν, contro ogni consuetudine; perché un rampollo preso da un albero sterile o inutile non si sa quasi mai che sia stato innestato in un buon ceppo; ma qui i Gentili, razza infruttuosa e peccatrice, si innestano sull'antico ceppo patriarcale. Ora, se fosse possibile effettuare un tale cambiamento nello stato e nella disposizione dei Gentili, che erano αθεοι εν τῳ κοσμῳ, Efesini 2:12 , senza Dio, atei, nel mondo; quanto più è possibile, parlando alla maniera degli uomini, operare un simile cambiamento nei giudei, i quali riconoscono l'unico, e vero Dio, e ricevono da lui la legge ei profeti come rivelazione. Questa sembra essere la deriva dell'argomentazione dell'apostolo.

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