O SIGNORE, in verità io sono tuo servitore; Io sono tuo servo e figlio della tua serva: hai sciolto i miei legami. Io sono il tuo servo - Tu mi hai conservato in vita. Vivo con, per e per Te. Io sono il tuo domestico volenteroso, il figlio della tua serva, come uno nato in casa tua da una donna già di tua proprietà. Io sono un servo, figlio del tuo servo, reso libero dalla tua bontà; ma, rifiutando di uscire, ho avuto l'orecchio annoiato allo stipite della tua porta, e continuerò per libera scelta nella tua casa per sempre.

Allude qui al caso del servo che, nell'anno giubilare avente diritto alla sua libertà, si rifiutò di lasciare la casa del suo padrone; e lasciò che il suo orecchio si annoiasse fino allo stipite della porta, come prova che per suo consenso acconsentì a restare per sempre nella casa del suo padrone.

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