Un idolo in un boschetto. — La parola originale per “idolo” — peculiare di questo passo e del suo parallelo ( 2 Cronache 15:16 ) — sembra significare un “orribile abominio” di qualche tipo mostruoso; e invece di "in un boschetto", dovremmo leggere "per un asherah", l'emblema in legno della divinità cananea (sul quale vedi 1 Re 14:22 ).

Non sembra dubbio che si intenda qualche emblema osceno, del tipo così spesso connesso con il culto delle forze produttive della natura nelle antiche religioni, sostituito come un abominio ancora maggiore all'asherah ordinario. Chiaramente l'atto di Maachah fu di un tipo così flagrante, che Asa fece il passo insolito, su cui lo storico qui pone grande enfasi, di degradarla nella sua vecchiaia dalla sua alta dignità, oltre a tagliare il suo idolo e bruciarlo pubblicamente sotto le mura di Gerusalemme.

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