E Davide giurò a Saul. — Il generoso figlio di Iesse acconsentì subito alla curiosa richiesta di Saul e, almeno per un po', la persecuzione e l'inseguimento di Davide cessarono. Colpito dal rimorso, il cupo re lo lasciò a se stesso; nessuna parola, tuttavia, sembra essere passata per riportare l'esilio alla sua casa o al suo rango. Il vescovo Wordsworth cita qui un passaggio caratteristico di una delle eloquenti omelie di Crisostomo, in cui è ben esemplificato il metodo patristico di allegorizzare tutte queste famose scene della storia dell'Antico Testamento.

“Medita sull'esempio di Davide e imitalo: imitalo nella sua padronanza di sé e nel suo amore per il suo nemico. La grotta in cui si trovava divenne come una Chiesa cristiana, e divenne come un vescovo cristiano, che prima predica una predica e poi offre il sacrificio dell'altare.
“Così Davide predicò un sermone con il suo esempio e offrì un vero sacrificio: il sacrificio spirituale di se stesso e della propria ira; divenne come un sacerdote, un sacrificio e un altare, e dopo aver offerto le sue vittime, riportò una gloriosa vittoria”. — San Crisostomo, tom. 4, pag. 761.

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