(10) E avevano la coda... — Meglio, E hanno la coda come gli scorpioni, e pungiglioni, e nelle loro code c'è il loro potere di ferire gli uomini per cinque mesi. In questo verso è menzionato il segreto del loro potere: hanno code come code di scorpioni, e pungiglioni che feriscono e quindi causano agonia agli uomini. Sul periodo di cinque mesi, vedi Apocalisse 9:5 .

Nell'esposizione di questo passo è del tutto vano cercare caratteristiche della normale locusta naturale corrispondenti ai vari particolari esposti dal sacro veggente: questo è ammesso anche da coloro che sembrano ansiosi di trovare tali controparti. "Dobbiamo considerare il confronto come appartenente piuttosto alla parte soprannaturale della nostra descrizione". La regola è buona. Come la descrizione della Presenza Divina in Apocalisse 4 , la maggior parte delle visioni del libro sono incapaci di realizzazione pittorica senza incongruenze che sarebbero grottesche e profane; né dobbiamo essere sorpresi, poiché i principi e le verità sono i punti principali con lo scrittore.

Questa regola generale deve essere tenuta presente se vogliamo evitare il pericolo di soffermarci troppo sulla portanza dei dettagli. Non è nella locusta che troveremo qui anche la base suggestiva dei dettagli nella descrizione. Il fumo sale dal pozzo dell'abisso; il cielo è oscurato, e dal fumo emerge la nuvola pece delle locuste. Il veggente aggiunge poi alcune caratteristiche di questa piaga di locuste, in parte tratte dai profeti precedenti, ma, come è sua abitudine, con alcune aggiunte originali.

Sono locuste, ma hanno la malizia degli scorpioni; avanzano come cavalieri in battaglia; indossano corone; somigliano agli uomini; c'è qualcosa di femminile anche nel loro aspetto, e nella loro voracità sono come leoni. Le esigenze del simbolismo sono ben al di là delle caratteristiche della comune locusta: lo scrittore sacro ci mostra una piaga in cui devastazione, malizia, autorità regale, intelligenza, seduzione, ferocia, forza, si incontrano sotto un unico spirito dirigente, per tormentare gli uomini.

Alcune parti possono essere puramente grafiche, come dice Alford, ma sicuramente la visione ci mostra un grande esercito simbolico innumerevole come locuste, maligno come scorpioni, governante come re, intelligente come uomo, scaltro come donna, audace e feroce come leoni, irresistibile come quelli rivestito di armatura di ferro. Il simbolismo ovviamente non deve essere pressato troppo da vicino, ma il suo significato deve potersi ampliare man mano che vengono aggiunti nuovi elementi, specialmente quando quegli elementi non sono suggeriti da nulla nella locusta stessa, ma sono aggiunte chiaramente progettate per dare forza al simbolo impiegato.

L'esercito di locuste ha caratteristiche in parte umane, in parte diaboliche, in parte civilizzate, in parte barbare. Sono stati variamente interpretati: la scuola storica ha visto in loro i Saraceni sotto Maometto, che diede loro una religione che era “essenzialmente un sistema militare”; altri sono inclini a riferirli a "le orde di Goti e altri i cui riccioli spettinati e la ferocia selvaggia" assomigliano a questo esercito di locuste.

C'è un buon motivo per prendere la visione per prefigurare gli eserciti di un feroce esercito invasore. Anche coloro che credono che la profezia di Gioele predisse una piaga di locuste letterali, tuttavia riconoscono che queste "possono rappresentare in maniera sussidiaria" i "nemici settentrionali o assiri di Giuda" (Introduzione a Gioele, Commento dell'oratore).Ma, come dice lo scrittore lì, questi erano "essi stessi tipi di flagelli ancora futuri"; così possiamo vedere qui una visione che né la storia degli Zeloti, né quella delle orde gotiche, né quella dei Saraceni, hanno esaurito, ma che attira i nostri pensieri principalmente al suo portamento spirituale e morale, e ci insegna che nella storia di avanzando la verità verranno tempi in cui le idee confuse oscureranno la semplice verità e il giusto, e dall'oscurità emergeranno insegnamenti strani e meticci, con una certa unità forzata, ma senza armonia morale, un miscuglio di giusto e orribile, ragionevole e barbaro, dignitose e degradate, che schiavizzano e tormentano l'umanità.

Il risultato di questi insegnamenti è spesso la guerra e l'oppressione tirannica; ma il sacro veggente ci insegna distintamente che coloro che tengono fermo il sigillo di Dio sono coloro che non possono essere feriti, poiché vorrebbe che ricordassimo che il vero pungiglione delle false concezioni non è nello scempio della guerra aperta, ma nel ferito anima e coscienza. Né è del tutto fuori luogo notare (a titolo di un esempio) che il potere di Maometto era più in una cristianità divisa e degradata che nel suo stesso credo o spada; il fumo di opinioni mal regolate e di insegnamenti errati precedette il flagello.

Qui, come in altre parti del libro, possiamo notare che errori sottili e plausibili aprono la strada a terribili problemi e rivoluzioni spesso sanguinose. Le falsità e i falsi culti che sono stati diffusi nel mondo diventano “i precursori e i preannunciatori di un conflitto tra le potenze del bene e del male”. Eppure, mentre suona la tromba, sappiamo che ogni battaglia è un passo verso la fine di una guerra vittoriosa.

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