Una nave di Alessandria che naviga in Italia. — Uno sguardo alla mappa mostrerà che la nave, che era probabilmente una di quelle impegnate nel commercio del grano tra l'Egitto e Roma, deve essere stata cacciata dalla sua rotta. Ciò potrebbe essere dovuto alla prevalenza dei venti occidentali già notati. I mercanti alessandrini, però, di regola evitavano di prendere la rotta lungo la costa dell'Africa, per paura delle sabbie mobili della grande Sirti, e la presero tra Creta e il Peloponneso.

La presenza di questa nave mercantile ha portato a un cambiamento di programma. Sembrava una via più facile e veloce andare direttamente a Roma, invece di sbarcare a Misia, e poi prendere un'altra nave in Macedonia per viaggiare via terra fino alla costa dell'Adriatico. Un'iscrizione locale descrive Myra come un "horrea", o magazzino di grano (Lewin's St. Paul, ii. p. 187) e la nave alessandrina potrebbe quindi essere andata lì per scaricare parte del suo carico. È stato ipotizzato, ma su basi insufficienti, che Aristarco qui si separò da San Paolo e proseguì sulla nave Adramyttium.

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