Era scritto... mi ha divorato . — Più letteralmente, è scritto. .. mi divorerà. Il verso è pieno di interesse in molti modi. Ci dà il pensiero dei discepoli di allora (cfr. Giovanni 2:22 ) che potevano essere conosciuti solo da uno di loro. Ci mostra quello che troppo raramente ci rendiamo conto leggendo il Nuovo Testamento, che la mente ebraica era piena fino a traboccare di pensieri dell'Antico Testamento.

Al bambino veniva insegnato a dire a memoria gran parte della Legge, dei Salmi e dei Profeti, ed essi formavano la struttura stessa della mente, pronta a passare al pensiero cosciente ogni volta che l'occasione lo suggeriva. Ad eccezione del Salmo 22, nessuna parte dell'Antico Testamento è così frequentemente citata nel Nuovo come il salmo da cui sono tratte queste parole ( Salmi 69:9 ), eppure quel salmo non poteva essere nel suo significato storico messianico (vedi, e.

g., Giovanni 2:5 ; Giovanni 2:22 ). Questo riferimento ad esso ci dà, quindi, il loro metodo di interpretazione. Ogni vita umana è tipica. La persecuzione senza motivo, l'ingiustizia accumulata sull'innocente, l'appello e la fiducia in Geova, il canto di ringraziamento da parte di colui la cui gola arida era stanca di chiamare - tutto questo era vero per qualche sofferente rappresentante dei tempi passati, e possiamo sentire in essa quasi certamente la voce di Geremia; ma era vero di lui in quanto egli è stato un precursore del del malato rappresentante.

I tratti più oscuri del salmo appartengono all'individuo; la Vita che sostiene in tutti, e la Luce che illumina in tutti, era già allora nel mondo, sebbene gli uomini non lo conoscessero. Le parole di Geremia sono messianiche, perché la sua vita — come ogni nobile, oblio di sé, che sopporta il dolore degli altri, che ama l'uomo e Dio — era essa stessa messianica.

Il cambio di tempo, dal passato del Salmista al futuro qui, è di per sé significativo. Le parole erano vere dell'incendio interiore che consumò il profeta-sacerdote. Vengono al cuore come veri, con una verità più piena, dello spirito di Cristo ardente di giusta indignazione e abbattuto dal più profondo dolore; ma non rifuggendo dal compito doloroso, che lascia il segno cadendo su quel volto come l'ombra di un'oscurità più profonda. Devono essere, in un senso più profondo, ancora più veri.

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