Mosè per la durezza dei vostri cuori. — La forza della risposta risiede (1) nell'accentuata sostituzione di "soffrito" con "comandato". Gli scribi della scuola di Hillel avevano quasi trasformato il divorzio in un dovere, anche quando non c'era motivo per esso, ma incompatibilità di carattere o altra colpa minore, come se Deuteronomio 24:1 avesse imposto la scrittura del divorzio in tali casi.

(2) Nei motivi assegnati per l'autorizzazione. La posizione di Nostro Signore nella controversia tra le due scuole era analoga a quella in cui non di rado si trovano coloro che sono fedeli ai princìpi e ai fatti. Era d'accordo, come abbiamo visto, con l'ideale del matrimonio sostenuto dai seguaci di Shammai. Accettò come legittima interpretazione della Legge quella dei seguaci di Hillel.

Ma Egli proclamò, con un'autorità maggiore di quella di Mosè, che la sua legislazione su questo punto era un passo indietro rispetto alla legge primaria della natura, che era stata «fin dal principio», e solo fino a un certo punto in avanti perché il la gente era caduta in uno stato ancora inferiore, in cui l'osservanza della legge superiore era praticamente impossibile. Senza la possibilità del divorzio la moglie sarebbe stata vittima della tirannia del marito; e la legge, che ha a che fare con i fatti, era costretta a scegliere il minore dei due mali.

Due importanti conseguenze, sarà ovvio, scaturiscono dal ragionamento così fatto: (1) che la “durezza di cuore” che ha reso necessaria questa concessione può essere ammessa come una spiegazione almeno parziale di quanto ci colpisce nella Legge di Mosè come deviare dallo standard della giustizia eterna incarnata nella legge di Cristo - come, ad esempio, la tolleranza della poligamia e della schiavitù, e la severità della punizione per errori apparentemente banali; (2) che il principio è di applicazione più ampia rispetto al caso particolare, e che laddove una nazione che si definisce cristiana è sprofondata così in basso da mostrare la “durezza di cuore” di ebrei o pagani, può anche essere forzata una legislazione concessiva sullo Stato anche mentre le chiese affermano la loro testimonianza della verità superiore.

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