Giuro per niente. — Non pochi interpreti, e anche intere comunità cristiane, come ad esempio la Società degli Amici, vedono in queste parole, e in Giacomo 5:12 , un divieto formale di tutti i giuramenti, sia promissivi che probatori, e guardano alla prassi generale di cristiani, e l'insegnamento formale della Chiesa d'Inghilterra nei suoi articoli ( Art.

xxxix.), come semplice acquiescenza al male. La prima impressione prodotta dalle parole è infatti così fortemente a loro favore che gli scrupoli di tali uomini dovrebbero essere trattati (come infine la legislazione inglese ha trattato di loro) con grande tenerezza. La loro conclusione è, tuttavia, si crede, erronea: (1) Perché, se fosse vero, allora in questo caso nostro Signore abrogherebbe direttamente parte della legge morale data da Mosè, invece di completarla e ampliarla, come nel caso del sesto e del settimo comandamento.

Starebbe distruggendo, non appagando. (2) Perché nostro Signore stesso ha risposto, quando prima aveva taciuto, a una solenne e formale scongiura ( Matteo 26:63 ), e san Paolo usa ripetutamente tali forme di attestazione ( Romani 1:9 ; 1 Corinzi 15:31 ; 2 Corinzi 1:23 ; Galati 1:20 ; Filippesi 1:8 ).

(3) Perché il contesto mostra che il peccato che nostro Signore condannò era l'uso leggero dei giuramenti nel linguaggio comune, e senza un reale pensiero sul loro significato. Tali giuramenti implicavano praticamente irriverenza, ed erano quindi incompatibili con il timore di Dio. Il vero scopo di un giuramento è di intensificare quella paura portando il pensiero della presenza di Dio a casa degli uomini nel momento stesso in cui li prendono, e sono quindi giustamente usati quando raggiungono quel fine.

In pratica, si deve ammettere che l'inutile moltiplicazione dei giuramenti, sia probatori che promissivi, in occasioni banali, ha teso, e tende tuttora, a indebolire il timore e ad indebolire la riverenza degli uomini per la verità, e possiamo gioire quando il loro numero è diminuito. In una società cristiana ideale non sarebbero necessari giuramenti, poiché ogni parola sarebbe pronunciata come da coloro che sapevano che il Giudice Eterno le stava ascoltando.

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