Commento, spiegazione e studio di Geremia 33:15-26, verso per verso
In que' giorni e in quel tempo, io farò germogliare a Davide un germe di giustizia, ed esso farà ragione e giustizia nel paese.
In que' giorni, Giuda sarà salvato, e Gerusalemme abiterà al sicuro, e questo è il nome onde sarà chiamata: "l'Eterno, nostra giustizia".
Poiché così parla l'Eterno: Non verrà mai meno a Davide chi segga sul trono della casa d'Israele,
e ai sacerdoti levitici non verrà mai meno nel mio cospetto chi offra olocausti, chi faccia fumare le offerte, e chi faccia tutti i giorni i sacrifizi.
E la parola dell'Eterno fu rivolta a Geremia in questi termini:
Così parla l'Eterno: Se voi potete annullare il mio patto col giorno e il mio patto con la notte, sì che il giorno e la notte non vengano al tempo loro,
allora si potrà anche annullare il mio patto con Davide mio servitore, sì ch'egli non abbia più figliuolo che regni sul suo trono, e coi sacerdoti levitici miei ministri.
Come non si può contare l'esercito del cielo né misurare la rena del mare, così io moltiplicherò la progenie di Davide, mio servitore, e i Leviti che fanno il mio servizio.
La parola dell'Eterno fu rivolta a Geremia in questi termini:
Non hai tu posto mente alle parole di questo popolo quando va dicendo: "Le due famiglie che l'Eterno aveva scelte, le ha rigettate?" Così disprezzano il mio popolo, che agli occhi loro non è più una nazione.
Così parla l'Eterno: Se io non ho stabilito il mio patto col giorno e con la notte, e se non ho fissato le leggi del cielo e della terra,
allora rigetterò anche la progenie di Giacobbe e di Davide mio servitore, e non prenderò più dal suo lignaggio i reggitori della progenie d'Abrahamo, d'Isacco e di Giacobbe! poiché io farò tornare i loro esuli, e avrò pietà di loro.