(15) В¶ Ecco ora behemoth, che ho fatto con te; mangia l'erba come un bue. (16) Ecco ora, la sua forza è nei suoi lombi, e la sua forza è nell'ombelico del suo ventre. (17) Muove la sua coda come un cedro: i nervi delle sue pietre sono avvolti insieme. (18) Le sue ossa sono come forti pezzi di rame; le sue ossa sono come sbarre di ferro. (19) È il capo delle vie di Dio: chi lo ha fatto può far avvicinare a lui la sua spada.

(20) Sicuramente i monti gli portano cibo, dove giocano tutte le bestie del campo. (21) Si corica sotto gli alberi ombrosi, al riparo del canneto e delle paludi. (22) Gli alberi ombrosi lo ricoprono con la loro ombra; i salici del torrente lo circondano. (23) Ecco, egli beve a un fiume e non si affretta: confida di poter attingere alla sua bocca il Giordano. (24) Lo prende con gli occhi: il suo naso trapassa nei lacci.

Il Signore qui rappresenta, sotto la storia del più grande degli animali terrestri, che alcuni suppongono essere stato l'elefante, la sovranità del suo potere: e, dopo aver descritto la sua grandezza, forza e fortezza, fa notare a Giobbe, che lo stesso potere che ha creato, può in un attimo disfarlo. E il SIGNORE prende occasione di qui per rimarcare la sua grazia distintiva all'uomo, che fu formata dalla polvere della terra, nello stesso giorno; e senza dubbio, nella descrizione qui data, il Signore ha progettato Giobbe per trarre conclusioni adeguate, che se tutto e tutto risultasse dalla sua infinita potenza e saggezza, sicuramente, c'era abbastanza in tali visioni della divina grandezza e bontà divina per indurre umili e doverosa sottomissione, anche indipendente da altre cause, alla volontà divina.

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità