RIFLESSI

La mia anima! contempla in quest'uomo il tuo stato di natura; cieco davvero, dalla tua nascita, e nelle cose spirituali, ignorante come il vero, bruto che perisce. E quanto tempo sei rimasto, inciampando sulle montagne oscure del peccato e dell'incredulità? No, non saresti rimasto così per sempre, se Gesù non fosse passato e non avesse creato vita e luce alla tua apprensione spirituale? Era davvero sabato quando Gesù fece questo; poiché Egli stesso divenne il sabato stesso della tua anima.

E in questo atto sovrano di grazia, con quanta dolcezza ti ha dimostrato la sua eterna potenza e divinità! Certamente tu puoi dire, con questo compagno partecipe della ricca misericordia: Da quando il mondo è cominciato non si è udito, che alcuno ha aperto gli occhi a uno che è nato cieco.

Oh! ciechi farisei! Quanto tempo avrete per imparare una giusta conoscenza della Persona e la giustizia di Gesù? Per tutta l'eternità dovrai piangere sull'oscurità dell'oscurità per sempre! Quanto terribilmente verificate, in quel giorno che tutto dispiega, saranno le parole di Gesù! Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo; allora saprete che io sono. Sì! sappilo, a tua eterna condanna; ma non con vostra gioia, come popolo del Signore!

Lettore! Gesù pone ora a te ea me la domanda che ha posto al cieco nato, dopo aver aperto gli occhi; Credi nel Figlio di Dio? Il Signore ha aperto i nostri occhi? Abbiamo visto il re nella sua bellezza? Ci siamo visti nella nostra deformità? Possiamo noi, dal cuore e dall'anima, prostrarci e adorarlo? gridando, come un antico: Rabbunì, tu sei il Figlio di Dio! Tu sei il Re d'Israele! Oh! la beatitudine di essere ammaestrato da lui! Sicuramente il Signore ci dirà, come ha fatto all'Apostolo, sulla sua confessione: Benedetto sei tu Simon Bar-jona; poiché carne e sangue non te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli.

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