Infatti, quando eravamo ancora senza forza, a suo tempo Cristo è morto per gli empi. (7) Poiché difficilmente per un uomo giusto si muore; tuttavia forse per un uomo buono qualcuno oserebbe anche morire. (8) Ma Dio raccomanda il suo amore verso di noi, in quanto, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. (9) Tanto più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue, saremo salvati dall'ira per mezzo di lui. (10) Se infatti, quando eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio suo, molto di più, essendo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. (11) E non solo così, ma anche noi ci rallegriamo in Dio per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, dal quale abbiamo ora ricevuto l'espiazione.

L'Apostolo qui entra in un'altra dolce visione dell'amore divino, come esemplificato nella grande opera della redenzione. L'atto stesso non solo sorprendentemente grande e ineguagliabile, ma il momento in cui è stato mostrato esaltando la misericordia. Non semplicemente quando eravamo senza nulla da raccomandare, ma quando avevamo tutto per renderci odiosi agli occhi di Dio. Non semplicemente immeritevoli, ma creature malate e meritevoli dell'inferno.

E la cosa stessa è documentata senza eguali. Infatti, sebbene nelle comuni circostanze della vita, si potrebbe forse trovare qua e là che alcuni tra i più nobili e generosi dell'umanità arrischiano la loro vita come sostituto di un'altra, dove l'amicizia o l'amore dell'applauso potrebbero suggerirla, tuttavia per un uomo giusto, cioè uno che fa semplicemente ciò che è giusto tra uomo e uomo, e non di più, tali casi si troverebbero raramente.

Ma ciò che tende a magnificare le ricchezze della grazia, e a rendere così illustre e ineguagliato il caso della morte di Cristo, è la considerazione che fu fatta per una serie di uomini peccatori, e in un tempo in cui essa era in mezzo a i loro peccati contro Colui che è morto per loro? Fu così che Dio raccomandò il suo amore e ci rese cara la sua misericordia. C'è una doppia manifestazione di questo amore, sia nel dare da parte del Padre il suo diletto Figlio, sia nell'offrire Cristo in sacrificio per i peccati del suo popolo.

E l'Apostolo vi si sofferma, esponendolo sotto una varietà di punti di vista. Il dono di Dio; la morte di Cristo; la giustificazione con il suo sangue; la riconciliazione e la pace; la gioia in Dio mediante Cristo, dal quale e nel quale abbiamo ricevuto l'espiazione. E Dio lo Spirito Santo ha molto benedetto fatto che il suo servo lo rappresentasse così, affinché la Chiesa potesse avere la più alta apprensione dell'indicibile misericordia.

In effetti, il linguaggio non offre alcuna rappresentazione adeguata. Se qualche principe generoso avesse perdonato i suoi sudditi ribelli, al loro ritorno alla loro fedeltà: Se avesse acquistato la loro libertà, con una somma immensa, quando erano in schiavitù; Se li avesse presi in suo favore e li avesse avvicinati a sé; Questi sarebbero stati atti di grazia nel manifestare la sua munificenza e liberalità. Ma cosa avremmo dovuto dire, se questo principe avesse fatto, come ha fatto Cristo, il principe dei re della terra, si fosse dato un riscatto per loro, fosse morto per loro, avesse versato il suo sangue per loro, li avesse lavati dai loro peccati nel suo proprio sangue e li ha costituiti re e sacerdoti per Dio e Padre suo? Come lo chiameremo? Eppure è così che Dio raccomanda (cioè invita la Chiesa a prendere atto e ad accettare), il suo amore verso di noi! Lettore! impariamo tu ed io ad accogliere sempre il dono del Padre, e la grazia di Gesù, in questo modo dolcissimo e prezioso. Dio raccomanda così il suo amore verso di noi!

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