Per il regno. Il participio per, si trova in greco, e collega la presente parabola con l'ultimo versetto del capitolo precedente: infatti è un commento a quel testo, e ci descrive la dispensazione evangelica. Così la condotta di Dio nella scelta che fa delle membra per il suo regno spirituale, la Chiesa, e dei suoi eletti per il regno dei cieli, non è dissimile da quella del padre di famiglia, che assume operai che lavorino nella sua vigna.

Ci sono varie opinioni riguardo a chi si intende con il primo, e con l'ultimo, in questa parabola. Molti dei padri suppongono che qui siano designati i santi di diversi stati e gradi, la cui ricompensa non subirà alcuna diminuzione dalle circostanze in cui sono venuti al servizio di Cristo in una tarda età del mondo, secondo i SS. Ilario, Gregorio e Teofilatto; o, in tarda età, secondo i SS.

Basilio, Girolamo e Fulgenzio. In quest'ultimo caso, però, dobbiamo intendere che il loro maggior fervore nel cooperare con la grazia divina, nell'ultima parte della loro vita, ha provveduto e compensato il difetto della loro precedente negligenza; quindi può talvolta accadere che la ricompensa di coloro che entrano tardi nella vita al servizio di Dio, superi quella dei meno ferventi che sono entrati in un periodo precedente.

Ma poiché Cristo sembra parlare qui piuttosto della sua Chiesa militante che della sua Chiesa trionfante, molti commentatori spiegano la parabola degli ebrei e dei gentili. Infatti i Giudei, dopo aver sopportato per tanti secoli il giogo della legge mosaica, non ricevettero altro che ciò che era stato promesso all'osservanza di quella legge; mentre i cristiani ricevono una ricompensa più abbondante per il loro più facile lavoro sotto il dolce giogo del vangelo.

In che senso Cristo dice agli ebrei Luca xiii. 29: Pubblicani e prostitute ti precederanno nel regno dei cieli. "E gli stranieri verranno dall'oriente, dall'occidente, dal nord e dal sud, e siederanno nel regno di Dio. Ed ecco, essi sono gli ultimi che saranno i primi, e sono i primi che saranno Ultimo." (Luca XIII. 30.) --- Quindi si può supporre che gli ebrei mormorino che coloro che sono i primi nella loro vocazione ad essere il popolo di Dio, e i primi nell'osservanza della sua legge, non dovrebbero essere preferiti agli altri, che sotto questi aspetti sono stati molto posteriori a loro.

(Tirino) --- Dalla vigna, dice san Giovanni Crisostomo, qui comprendiamo i comandamenti di Dio. Il tempo del lavoro è la vita presente. Nella prima, terza, sesta, nona e undicesima ora, cioè nell'infanzia, nella giovinezza, nella virilità, nel declino degli anni e nell'estrema decrepitezza dell'età, molti individui, cedendo all'efficace chiamata di Dio, si adoperano nell'esatto compimento del divino comandamenti. (Hom. lxv.)

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