Vino... misto a fiele. [4] I protestanti dalle comuni copie greche, traducono aceto; ma le altre copie greche hanno il vino, che seguono san Girolamo e sant'Ilario. E in San Marco tutte le copie, nessuna esclusa, hanno vino mischiato alla mirra: forse la mirra, per la sua amarezza, è qui chiamata fiele. Si osserva anche che il vino, con un miscuglio di mirra, veniva spesso dato a coloro che dovevano morire di morte violenta, per confortarli o per stordirli.

Il nostro Salvatore l'ha assaggiato, ma non l'ha bevuto. Rifiutò di non assaporare l'amarezza, ma non volle accettare ciò che poteva attenuare i suoi tormenti. (Witham) --- dice San Marco, mescolato con la mirra; forse era mescolato con entrambi, per renderlo il più amaro possibile. (Sant'Agostino) --- Ciò che San Marco racconta, non lo prese, si spiega così: non lo prese, per berlo; che san Matteo conferma, dicendo: e quando ebbe gustato, non berrebbe; (Sant'Agostino) in modo da ricevere il sostegno e il conforto che un progetto di rafforzamento potrebbe offrire.

[BIBLIOGRAFIA]

Vinum cum felle mixtum. Le copie greche ordinarie hanno, greco: oxos meta choles; ma ne hanno diverse copie, greco: oinon: e tutte in san Marco, greco: esmurnismenon oinon. Lamy dice in greco: oxos è usato anche per i vini fatti.

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità