Nella divisione ebraica delle Scritture dopo la Torah o Legge vennero i Profeti, divisi in Profeti Antichi e Profeti Ultimi. In questa sezione il primo Libro è il Libro di Giosuè. Il suo contenuto è una continuazione della storia del popolo eletto. La prima divisione (1-12) racconta la storia della conquista della terra.

Il legame di connessione tra questo Libro e i precedenti è mostrato in modo sorprendente nell'uso della parola "quindi", nell'accusa a Giosuè; "Mosè, il mio servitore è morto; ora dunque risorgi". L'opera del grande condottiero è stata completata, ma l'opera di Dio va avanti. Per questo Giosuè fu divinamente incaricato. Il suo diritto di ingresso era che Dio aveva dato la terra al suo popolo. Il suo potere di ingresso doveva essere quello della presenza divina e la conseguente incapacità di qualsiasi uomo di opporsi a lui. Le condizioni del suo successo dovevano essere che doveva essere forte e coraggioso mediante l'obbedienza alla legge di Dio.

Subito dopo il racconto di questa commissione di Giosuè abbiamo la sua chiamata al popolo. Era caratterizzato da urgenza e rapidità; "entro tre giorni" le schiere si sarebbero mosse verso tutto il conflitto e la difficoltà che tanto tempo prima avevano spaventato i loro padri e li avevano ricondotti nel deserto. L'appello fu rivolto prima a tutta la nazione e poi specialmente ai Rubeniti, ai Gaditi e alla mezza tribù di Manasse, che avevano già trovato il loro insediamento sul lato deserto del Giordano.

È interessante notare qui i termini della risposta del popolo alla chiamata del nuovo leader. Dissero: "Solo l'Eterno, il tuo DIO, sia con te, come fu con Mosè" (versetto Gsè 1:17); «sii solo forte e coraggioso» (versetto Gs 1,18). Il popolo fece quindi a Giosuè la stessa richiesta che Geova stesso aveva già fatto.

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