Qui finisce la vecchia linea profetica, essendo Giovanni l'ultimo dei profeti ebrei. Trovò una giusta conclusione nella radice asceta che suscitò la nazione e con veemente passione denunciò la loro ribellione e annunciò il Re con le parole: "Pentiti, perché il Regno dei Cieli è vicino". L'araldo proclamava graficamente la natura dell'opera del re. Disperso e distruttivo, assisti al ventilatore e al fuoco.

Purificante e costruttivo, testimonia la purificazione e la raccolta. Che emozione deve aver attraversato il Battista quando ha imposto le mani su Gesù per quel battesimo che lo annoverava tra i trasgressori e indicava la sua scelta di quell'identificazione, con la morte che essa comportava. Sicuramente la coscienza del peccato di Giovanni ha dato origine alla protesta: "Ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?"

Il re ora esce dalla solitudine della vita a Nazaret, dove aveva vissuto interamente nella volontà di Dio. Il suo primo atto pubblico fu l'obbedienza alla voce di Dio mentre parla alla Sua nazione, ed Egli è battezzato "per adempiere ogni giustizia". Così ha riconosciuto la responsabilità sociale e si è identificato con grazia con i bisogni del suo popolo. Subito seguirono i cieli che si aprivano e la voce divina.

In Sal 2,7-11 è scritta la grande profezia. Con l'annuncio divino al battesimo Dio annunziò la presenza del Re e pose il sigillo della sua approvazione sugli anni già vissuti. Il carattere regale crea la capacità regale.

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