Questa è una canzone della serata. Le circostanze generali da cui sorge sono le stesse del salmo precedente. Ora, però, il giorno in cui il cantante ha marciato con fiducia è finito. Le prove della tensione sono evidenti, eppure il pensiero dominante è di vittoria conquistata e fiducia aumentata.

Le parole iniziali costituiscono una petizione in mezzo alla quale il cantore dichiara che Dio lo ha liberato. Si rivolge ai «figli degli uomini», a coloro che, secondo il suo salmo mattutino, dichiaravano: Non c'è aiuto per lui in Dio.

Ora chiede loro per quanto tempo trasformeranno la Sua gloria in disonore, 'amare la vanità' e 'cercare la menzogna'. Le esperienze di un altro giorno gli permettono di dichiarare che Geova è grande. Li avverte di 'stare in soggezione', a pensarci bene, e' stare fermi".

La testimonianza si fonde in un appello a coloro che non conoscono Geova. Sono pessimisti, insoddisfatti nel bel mezzo della vita, e chiedono: chi ci mostrerà del bene?

In base alla sua esperienza della bontà di Geova, afferma di aver trovato gioia più degli uomini che si sono trovati in circostanze di prosperità materiale. Il canto si conclude con parole che respirano il suo profondo contenuto, In pace mi stenderò e dormirò... e il motivo è che sebbene sia solo, o in solitudine, Geova lo fa dimorare al sicuro.

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