«Perché se lo faccio di mia volontà, ho una ricompensa. Ma se non di mia volontà, mi è stata affidata una gestione. Qual è allora la mia ricompensa? Affinché, quando predico il vangelo, possa fare il vangelo gratuitamente, in modo da non utilizzare pienamente il mio diritto nel vangelo».

Quindi è obbligato a predicare il Vangelo. Se lo fa di sua volontà, da uomo libero, senza ricevere alcun compenso, ha una ricompensa. E quella ricompensa è che può fornire il Vangelo gratuitamente, non rivendicando i suoi diritti a sostenere il Vangelo. Se invece non lo fa di sua volontà (come ha appena suggerito), ma da schiavo, è perché gli è stata affidata la custodia del Vangelo. Ma in ogni caso è ricompensato in quanto può fare il Vangelo gratuitamente, e quindi non usare pienamente il suo diritto nel Vangelo di chiedere il mantenimento.

Così tutti vedranno che è la sua stessa vita, che è genuino in quello che fa. Vedranno che non predica per guadagnarsi da vivere, come hanno fatto tanti predicatori, insegnanti e filosofi che andavano in giro a insegnare per farlo. Anzi, possono sapere che lo fa perché è la sua fiducia, la sua vocazione, il suo lavoro vitale, un'esigenza che Dio gli pone, per la quale non cerca altro che la gloria di Dio.

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