'E dopo la lettura della legge e dei profeti, i capi della sinagoga mandarono loro, dicendo: «Fratelli, se avete qualche parola di esortazione per il popolo, ditela». '

Paolo può benissimo essersi vestito per rivelare che era un fariseo, ma comunque fosse, come illustri visitatori furono avvicinati con un invito a dare una parola di esortazione. Paul non avrebbe avuto bisogno di un secondo invito. A un osservatore casuale il suo discorso potrebbe sembrare simile a quello di Stephen, poiché segue quello che sembra essere lo stesso schema di delineare una storia di Israele (un modello familiare che era un modo garantito di essere ascoltato), ma tutta la sua enfasi era in realtà diverso.

L'enfasi posta da Stefano era stata sull'attività di Dio al di fuori della terra, sul rigetto da parte di Israele dei liberatori di Dio che alla fine si erano rivelati indispensabili la seconda volta e sul fallimento del popolo una volta che erano nella terra. Aveva sottolineato che le persone avevano vissuto così a lungo fuori dalla terra perché Dio non considerava importante la presenza nella terra e che una volta nella terra avevano semplicemente abbandonato Dio.

Paolo, tuttavia, sottolinea come Dio diede loro il possesso della terra e come furono creati capi e re che furono loro soddisfacenti, e che condussero a Davide il più accettevole di tutti. Questo porta poi alla sua introduzione al Messia. La sua preoccupazione è di stabilire che la morte e risurrezione di Gesù è una parte solida dei propositi di Dio, come rivelato nell'Antico Testamento.

In contrasto con Stefano, tutto il suo discorso è positivo e amichevole (non è sottoposto a interrogatorio ostile) e porta a essere in grado di presentare le verità sulla morte e risurrezione di Gesù in modo altrettanto amichevole, a un pubblico amichevole. Quest'ultimo era una parte essenziale del nuovo messaggio ed è quindi per certi versi simile a Pietro, sebbene Paolo distolga il biasimo dai suoi ascoltatori.

La risurrezione è poi evidenziata dal riferimento ai testimoni e alle Scritture dell'Antico Testamento, e Paolo chiude con un appello a rispondere con fede e ricevere il perdono dei peccati e 'accettazione' come coloro che sono messi in condizione di essere considerati giusti agli occhi di Dio (giustificato). Quest'ultimo esprime la Buona Novella in modo tipicamente paolino. Dimostra che ha già formulato i semi della sua dottrina della giustificazione per fede. Il messaggio si chiude quindi con un avvertimento scritturale contro il pericolo di non prestare attenzione alle sue parole.

Ci sono tutte le indicazioni che abbiamo qui le parole dirette di Paolo, ma è dubbio che abbiamo qui l'intero suo sermone, perché da quel punto di vista è troppo breve. Non dobbiamo dubitare che molte parti siano state ampliate.

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità