“Chi dunque mi confesserà davanti agli uomini, lo confesserò anche davanti al Padre mio che è nei cieli, ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, lo rinnegherò anche davanti al Padre mio che è nei cieli”.

E possono essere certi di un'altra cosa, ed è che se lo confessano (riconoscendo la loro unità e ne danno testimonianza) davanti agli uomini, possono essere certi che Egli li confesserà (riconoscendo positivamente) davanti a Suo Padre celeste . L'io è enfatico. Non solo li riconoscerà come suoi, ma starà positivamente con tutta la sua autorità come loro garante. Il presupposto qui è chiaramente che devono vedere quella confessione di loro da parte di Lui come avente un significato eterno, dimostrando quindi che Gesù stesso ha un significato eterno.

Nota anche la sua potente distinzione tra 'Padre mio' e 'Padre tuo' ( Matteo 10:30 ). Come 'Padre loro' Egli veglia su di loro, ma è solo perché è il Padre di Gesù che può finalmente accoglierli. Perché la loro accettazione è attraverso di Lui.

Nota come nel chiasmo questo è parallelo a Matteo 10:23 . Così la loro confessione davanti a Suo Padre nei cieli si collegherà in qualche modo con la venuta del Figlio dell'uomo. Ma questo non è conclusivo del significato di Matteo 10:23 , perché questa loro confessione potrebbe essere nel prossimo futuro dopo la sua risurrezione, o dopo la morte ( Matteo 10:28 ) o nel lontano futuro alla sua seconda venuta, o addirittura tutti e tre.

Va notato che quando in Marco 8:38 (confronta Luca 12:8 ) abbiamo un'affermazione simile a questa, ma in termini di 'Figlio dell'uomo', le parole venivano dette alle folle, non specificamente solo ai discepoli. Questo tende a confermare che quando parlava alla folla Gesù non era così apertamente esplicito come lo era con i suoi discepoli. Davanti alle folle parlava di sé come Figlio dell'uomo.

L'intero concetto è simile a quello che si trova in 1 Samuele 2:30 dove è Dio che dice: "Io onorerò quelli che mi onorano, e quelli che mi disprezzano saranno leggermente stimati". Così Gesù si sta allineando sul lato divino della realtà.

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