Ora quelli che erano stati dispersi a causa della persecuzione che era sorta intorno a Stefano, si recarono fino a Fenice, Cipro e Antiochia, predicando la parola solo ai Giudei.

Ora quelli che furono sparsi all'estero sulla persecuzione che sorse su Stefano, х epi ( G1909 ) Stefanoo ( G4736 )] - non "su Stefano" nel senso di 'riguardo' х peri ( G4012 )], né su (il tempo di ) Stephen (che richiederebbe il genitivo), ma "oltre", "dopo" o "risultante da (cosa è successo a) Stephen,"

Viaggiò fino a Fenice, Cipro e Antiochia, predicando la parola solo ai Giudei. La Fenicia era quel lembo di costa mediterranea che, cominciando un po' a nord di Cesarea, si estende verso nord per oltre 100 miglia, a metà strada fino ad Antiochia. Cipro è quell'isola ricca e produttiva del Mediterraneo situata a sud-ovest di Seleucia, dal cui promontorio orientale si può vedere nelle giornate limpide.

Tra Fenicia e Cipro sussisteva un attivo contatto commerciale. Che la predicazione di questi discepoli dispersi abbia portato frutto in Fenicia, possiamo concludere con sicurezza dalla menzione incidentale di "discepoli" a Tiro, a Tolemaide (ora Giovanni d'Acri) e a Sidone, tutti in Fenicia, che Paolo visitò molto tempo dopo. questo ( Atti degli Apostoli 21:3 ; Atti degli Apostoli 27:3 ).

Né è probabile che le loro fatiche siano state infruttuose a Cipro, in cui il Vangelo era penetrato prima, poiché Barnaba era un cipriota ( Atti degli Apostoli 4:36 ), e Mnasone ( Atti degli Apostoli 21:16 ), e anche alcuni dei si dispersero ( Atti degli Apostoli 11:20 ). Quanto ad Antiochia, che nella storia del primo Cristianesimo GENTILE si distingue tanto prominente quanto Gerusalemme della sua divisione EBRAICA, se ne può dare un resoconto qui.

Un po' a nord di Damasco sorge dalla catena montuosa dell'Anti-Libano l'antico fiume Oronte, che, dopo aver corso verso nord per più di 200 miglia, ha il suo corso piegato verso ovest dalla catena montuosa di Amanus, da dove, dopo un corso sud-ovest di meno di 20 miglia, si svuota nel Mediterraneo. All'ansa di questo nobile fiume, sulla sua sponda sinistra, e ai piedi di una brusca collina chiamata Silphius, Seleucus Nicator, uno dei più grandi generali e successori di Alessandro e fondatore dei Seleucidi, o re greci di Siria, costruì il città di ANTIOCHIA nell'anno 300 aC, come capitale del suo regno siriano.

Seguendo la politica del suo illustre signore, per ellenizzare i suoi domini asiatici, fondò colonie greche nella maggior parte delle sue province, le cui capitali dovevano diventare centri della civiltà occidentale; e tra queste Antiochia, che godeva di ineguagliabili vantaggi, naturali e geografici, salì al rango di Regina d'Oriente.

Dal suo porto a Seleucia comandava il commercio mediterraneo dell'Occidente, mentre attraverso l'aperta campagna situata ad est della catena del Libano l'intero Oriente gli si apriva. Era la politica. di Seleuco e dei suoi successori per incoraggiare gli ebrei a stabilirsi in queste città greche. In questa prospettiva, Seleuco (Giuseppe, Ant.

12: 3. 1). Attirati da questi vantaggi e dalla vicinanza, ampiezza e bellezza della città, vi si stabilirono un numero immenso di ebrei; e sebbene Antioco Epifane li opprimesse, i suoi successori si affrettarono a disfare i suoi atti, e non solo vi celebrarono il loro culto in pace, e anche con un certo splendore, ma un gran numero di proseliti tra i Greci si avvicinavano a loro di tanto in tanto (Giuseppe, Guerre giudaiche, 7:3.3). Sotto i Romani Antiochia era considerata seconda solo a Roma e Alessandria, mentre la sua storia cristiana le ha assicurato una venerazione seconda solo a Gerusalemme stessa.

Come colonia greca, la lingua e la letteratura della Grecia predominarono, senza eclissare l'elemento orientale nativo, mentre anche un forte elemento ebraico tenne il passo. Con questa mescolanza di nazionalità, mescolando le loro rispettive caratteristiche, non deve sorprenderci che una metropoli situata geograficamente come lo era Antiochia, e che abbracciasse una popolazione di oltre mezzo milione di anime, fosse diventata la Roma d'Oriente.

La cultura di ogni sorta che in essa fioriva, e la grande estensione della sua popolazione, è attestata da Cicerone [Locus noblis celebris quondam urbs et copiosa, atque eruditissimis hominibus liberalissimisque studiis affluens.-Prov. Archia, 3]; e per quasi mille anni continuò ad essere una delle città più popolose e ricche del mondo. Ora è un luogo misero e miserabile di diciottomila abitanti, dei quali solo una piccola parte sono - come furono chiamati per la prima volta i discepoli ad Antiochia-Cristiani. Della prima introduzione del cristianesimo in questa città un tempo celebrata e delle sue prime attività cristiane, ora dobbiamo ascoltare.

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