Allo stesso modo, vi dico, c'è gioia alla presenza degli angeli di Dio per un peccatore che si pente.

Allo stesso modo (cioè sullo stesso principio), c'è gioia alla presenza degli angeli di Dio per un peccatore che si pente. Nota attentamente il linguaggio qui impiegato: non è 'gioia tra' o 'da parte di', ma "gioia prima" х enoopion ( G1799 )] o "in presenza degli angeli di Dio". Fedele all'idea delle parabole, è il Grande Pastore, il Grande Proprietario stesso, la cui gioia è propriamente per la propria proprietà recuperata; ma è così vasto ed esuberante ( Sofonia 3:17 ), che come se non potesse tenerlo per Sé, "chiama i suoi amici e i suoi vicini insieme" - tutta la sua famiglia celeste - "dicendo, Rallegrati CON ME, perché ho ho trovato la MIA pecora, ho trovato la MIA proprietà che era andata perduta.

In questo senso sublime è "gioia", davanti a "o alla presenza degli angeli:" essi non fanno altro che "prendere la gioia volante", condividendola con Lui! L'applicazione di ciò all'accoglienza di quei pubblicani e peccatori che stavano intorno a nostro Signore è grandiosa all'estremo: 'Voi vi allontanate da questi perduti con disprezzo, e poiché io non lo faccio, vi lamentate di ciò; ma in cielo si nutre un sentimento molto diverso: là, il recupero anche di uno di questi emarginati è guardato con interesse e salutato con gioia; né sono lasciati tornare a casa da soli o perire; per, ecco! anche ora il grande Pastore va dietro alla sua pecora smarrita, e il Padrone sta diligentemente cercando la sua proprietà perduta; e anche lui la trova e la riporta con gioia, e tutto il cielo ne è pieno.

Si noti al lettore quali sublimi pretese su di sé il nostro Signore di nascosto pone qui, come se in lui questi emarginati vedessero, sebbene tutti loro sconosciuti, niente meno che il cielo che si svela negli abiti della terra, il grande pastore lassù, vestito di un vestito di carne, venuto "a cercare e salvare ciò che era perduto!"

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