Luca 3:2

I. Come possiamo raffigurarci Giovanni Battista? Grandi pittori, più grandi di quanto il mondo possa vedere di nuovo, hanno esercitato la loro fantasia sul suo viso, sulla sua figura e sulle sue azioni. Dobbiamo toglierci dalla mente, temo, subito molti dei più belli di tutti, quelli in cui Raffaelle e altri hanno raffigurato il bambino Giovanni, vestito di pelo di cammello, con una croce di bambino in mano, che adora il Cristo Bambino.

Vi è anche un quadro squisito, di Annibale Caracci, in cui il beato Bambino giace addormentato, e la beata Vergine fa segno a San Giovanni, spingendosi avanti per adorarlo, per non svegliare il suo Signore e Dio addormentato. Ma tali immaginazioni, belle come sono e vere in senso celeste, spirituale, che quindi è vera eternamente per te, per me e per tutta l'umanità, non sono fatti storici. Perché San Giovanni Battista stesso disse: "E io non lo conoscevo.

"Il miglior quadro che io possa ricordare di Giovanni è il grande quadro di Guido del magnifico ragazzo seduto sulla roccia, mezzo vestito della sua tunica di pelo di cammello, la sua mano valorosa alzata per denunciare che non sa bene cosa, salvo che le cose stanno andando tutto storto, completamente sbagliato per lui. Le rocce selvagge sono intorno a lui, il cielo limpido è sopra di lui e nient'altro.

II. S. Giovanni predicò la più comune, lasciatemi dire audacemente, la più volgare, nel buon vecchio senso della parola la più volgare moralità. Dice ai suoi ascoltatori che una terribile rovina sarebbe venuta a meno che non si fossero pentiti e non avessero riparato. Quanto spaventosamente vere furono le sue parole nei successivi cinquant'anni. L'ascia, disse, era posta alla radice dell'albero, e l'ascia era il pagano romano, anche allora padrone della terra. Ma Dio, non solo il romano Cesare, stava posando l'ascia.

Ed era un Dio buono, che voleva solo il bene, che conservava; non il male, che Egli distruggerebbe. Perciò gli uomini non devono soltanto pentirsi e fare penitenza, devono portare frutti adatti alla penitenza; fate il bene invece di fare il male affinché non si trovino alberi aridi da abbattere e gettare in quel fuoco eterno di Dio, che, grazie al Suo Santo Nome, arde per sempre, inestinguibile da tutte le politiche e i sistemi e le economie politiche o di altro genere degli uomini , per distruggere dal regno di Dio tutto ciò che offende e tutto ciò che ama e falsifica oppressori, ciarlatani, imbroglioni, ipocriti e il resto.

C. Kingsley, Ognissanti e altri sermoni, p. 256.

Riferimento: Luca 3:2 . JM Sloan, Pulpito del mondo cristiano, vol. xix., pag. 355.

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