Matteo 20:32

Il racconto, di cui queste parole fanno parte, tende a illustrare in modo notevole la natura della vera preghiera; e per mostrarci la sua mente rispetto ad essa, a cui o per mezzo del quale è fatta tutta la preghiera cristiana.

I. "Cosa vuoi che io ti faccia?" La domanda è stata posta per un duplice motivo. Cristo avrà il supplicante nella preghiera consapevole della profondità e della natura del proprio bisogno; ed Egli avrà la stessa supplichevole comprensione per fede del potere e della volontà di esaudire la sua preghiera che risiede in Colui al quale la rivolge. A coloro che non lo cercano mai, o lo cercano poco, la sua potenza sembra solo un'idea; ma per coloro che lo cercano ogni giorno, e comunicano con Lui senza cessare nel linguaggio ardente del cuore che domanda, la sua potenza è un grande flusso di forza che fluisce in loro segreto, ma ben riconosciuto; calmo, ma potente, fornendo i loro luoghi vuoti e fortificando tutti gli accessi del peccato; e il suo amore è la tenerezza vigile costante di un Amico che conosce la profondità dei loro desideri un volto luminoso sempre curvo su di loro, pieno di paterna pietà e di insondabile saggezza. E per questo senso reale e definito della potenza e dell'amore quotidiano di Dio nel rispondere alla preghiera, anche la preghiera deve essere una cosa reale e definita.

II. Se vogliamo pregare bene, dobbiamo vivere nell'abitudine costante dell'autoanalisi. Dobbiamo anche conoscere Colui con cui abbiamo a che fare. Preghiamo non un Dio dell'immaginazione, non un Dio di cui abbiamo ragionato per noi stessi l'essere e gli attributi, ma un Dio manifestato. Quando il cristiano dice: "Abbi pietà di noi, miseri peccatori", esprime non solo il pesante fardello del proprio cuore nella descrizione di se stesso, ma la fiducia della sua fede in Colui che è morto per lui e che ora ha ragione mano di Dio nella sua natura, esaltato come Principe e Salvatore, per dare il pentimento e il perdono dei peccati.

Se poi vogliamo pregare bene, dobbiamo conoscere Cristo con una fede personale e appropriata. Quando il Signore dice: "Che vuoi che io ti faccia?" il desiderio di una maggiore somiglianza con la Sua somiglianza, i desideri dei nostri cuori per la santità, l'amore e la verità, queste saranno la risposta ansiosa e pronta; e nessuna preghiera del genere sarà inviata senza aver ricevuto la gentile risposta: "Secondo la tua fede, così sia fatto a te".

H. Alford, Sermoni della Cappella del Quebec, vol. ii., pag. 146.

Riferimenti: Matteo 21:1 . J. Vaughan, Sermoni per bambini, vol. ii., pag. 18. Matteo 21:1 . Omiletic Quarterly, vol. i., pp. 242, 471. Matteo 21:1 .

Rivista del sacerdote, vol. iii., pag. 287. Matteo 21:1 . Parker, Vita interiore di Cristo, vol. iii., pag. 90. Matteo 21:1 . Mensile del predicatore, vol. i., pag. 263.

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