Salmi 116:1

(1) Ci sono moltitudini che sono completamente incuranti di Dio, nelle cui menti Egli non esiste né come oggetto né di un sentimento né di un altro, che non pensano mai a Lui né per amarlo né per essere scontenti di Lui. (2) Ci sono quelli che pensano molto a Dio, ma, invece di amarlo, sono pieni di terrore di Lui. (3) Non sono pochi quelli che, invece di amare Dio, lo odiano , in verità lo odiano.

I. Notate alcune altre specie di amore con le manifestazioni di cui quelle dell'amore divino possono essere confuse dall'indiscriminato. (1) L'amore di Dio dei santi non ha nulla in sé della natura di quell'affetto di appetito da cui è caratterizzato tanto dell'amore per gli oggetti terreni. (2) L'amore di Dio non ha nulla in sé della natura di quell'affetto istintivo che è caratteristico dell'amore di una madre per il suo bambino. (3) L'amore di Dio dei santi non ha nulla in sé della natura dell'amore di compassione. (4) L'amore dei santi per Dio non è di quel carattere o grado che è prodotto da un rapporto sensato.

II. In che cosa consiste positivamente l'amore di Dio dei santi? (1) Nella sua forma più pura, consiste nell'ammirazione e nella stima della sua eccellenza l'amore dell'approvazione morale. Tutte le perfezioni morali di Dio lo rendono oggetto d'amore: ( a ) la sua giustizia; ( b ) La sua benevolenza. (2) Ogni amore di Dio deve iniziare almeno con l'amore della gratitudine, con l'amarlo perché ci ha amati, ciascuno discernendo da sé che Dio è stato generoso con lui, è generoso con lui ora e continuerà a essere generoso in tutto il tempo a venire.

( a ) Né alcuna considerazione della munificenza di Dio nella creazione né alcuna revisione della sua munificenza nella provvidenza genereranno amore per Lui nel seno di un uomo che è consapevole della colpa, per l'ovvia ragione che nessuna di queste due opere della natura contiene alcun assicurazione per lui di ciò di cui sopra ogni cosa ha bisogno: la misericordia, per perdonare le sue iniquità. ( b ) Nessun uomo può giungere all'amore di Dio se non si appropria della novella del Vangelo.

W. Anderson, Discorsi, p. 170.

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