CECITÀ DI CUORE

'Egli era nel mondo, e il mondo è stato fatto da lui, e il mondo non lo ha conosciuto.'

Giovanni 1:10

Sono queste le parole con cui l'ultimo degli Apostoli riassumeva i risultati diretti e visibili dell'Incarnazione. È colpito soprattutto dal terribile paradosso che, quando Dio si è fatto uomo, gli uomini erano così ciechi da non accorgersene.

Un testo triste, eppure ha le sue consolazioni.

I. Ci insegna che la Presenza di nostro Signore non dipende dalla nostra fede, o dal nostro amore, o dalla nostra acutezza di visione spirituale. Egli è nel mondo, sebbene il mondo non lo conosca; e in questo abbiamo la nostra migliore speranza per il suo progresso quotidiano sempre più forte.

II. Così è nella disciplina della vita comune ; così è soprattutto in quell'ordinanza santissima e benedetta con la quale ha promesso la sua presenza ad ogni anima stanca e penitente. Perché nella tenerezza della sua incrollabile compassione Egli è lì per grazia e benedizione, anche se non vediamo il suo volto, sebbene la fede sia troppo debole per rendersi conto di quanto sia grande un ospite in mezzo a noi.

III. La misura del nostro potere di riconoscimento non è ancora la misura della sua grazia . ‑ Ciò avverrà solo in quella grande Epifania dell'aldilà, quando la fede sarà persa di vista. Ma anche qui e ora possiamo pregare per un'Epifania ancora minore, vera, un'Epifania che illumini le nostre stesse povere vite; poiché preghiamo di avere la grazia di considerare tutto ciò che è buono, luminoso e vero come benedizione di quel Figlio di Dio che si è fatto Figlio dell'uomo, affinché noi, figli degli uomini, possiamo rivendicare l'eredità dei figli di Dio .

Dean JH Bernard.

Illustrazione

«Siamo abbastanza pronti ad attribuire le nostre follie, i nostri fallimenti ei nostri peccati a qualche potere malvagio esterno a noi stessi al quale diciamo di non poter resistere. Ma siamo lenti a riconoscere l'opera della grazia di Dio in tutto ciò che possiamo pensare o fare che sia onorevole o paziente o altruista o coraggioso. La tentazione del diavolo è una scusa alla quale ci aggrappiamo con prontezza; ma la grazia di Dio, che è una potenza tanto più grande nella vita, la passiamo come se almeno non fossimo in alcun modo debitori ad essa nelle nostre stesse persone».

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