Il modo dell'uomo [è] scaltro e strano: ma [in quanto al] puro, la sua opera [è] giusta.

ver. 8. La via dell'uomo è ribelle e strana. ] E perciò strano, perché furbo, vario e volubile, tanto che non sai dove averlo, essere è così incostante, né cosa farne, è così incerto e instabile; "doppia mente", Jam 1:8 doppia lingua; 1Tm 3:8 versutulus et versatilis -

Colui che è costante nella sua leggerezza. "

Folieta Galeazo riferisce dello Sforza, duca di Milano, che era un mostro molto, fatto e compatto di virtù e di vizio. Tali anticamente furono Alcibiade, e similmente Giuliano, l'Apostata, del quale dice Marcellino, che coi suoi viziosi errori, obnubilabat gloriae moltiplicas cursus, macchiò le sue molte lodevoli parti e pratiche. Si dice che Galba e il nostro Riccardo III fossero uomini cattivi, buoni principi.

E del re Enrico VIII dice il signor Camden, C'erano davvero in quel re grandi virtù, e non meno vizi, in un temperamento confuso mescolato con un certo temperamento , cioè c'era una strana mescolanza di grandi virtù, e non meno vizi trovati in questo re.

Ma quanto ai puri, il suo lavoro è giusto. ] Per quale ragione? Lavora per regola, e quindi tutte le sue azioni sono uniformi. Egli è anche uno e lo stesso in tutti gli stati della vita; come l'oro si purga nel fuoco, risplende nell'acqua. "Ho usato la leggerezza?" dice san Paolo, "o c'è con me sì sì, e no no?" No; "Ma come Dio è vero, così la nostra parola verso di te non era sì e no?" 2Co 1:17-18 Non ho detto e non dire, fare e disfare, ecc.

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