Dopo queste cose - Dopo ciò che accadde ad Atene, come riportato nel capitolo precedente.

Giunse a Corinto - Corinto era la capitale dell'Acaia, chiamata anticamente Efira, ed era seduta sull'istmo che divide il Peloponneso dall'Attica. La città stessa sorgeva su una piccola isola; aveva due porti, Lecheeum a ovest e Cencrea a est. Era una delle città più popolose e ricche della Grecia, e allo stesso tempo una delle più lussuose, effeminate, ostentate e dissolute.

La lascivia qui non solo era praticata e permessa, ma era consacrata dal culto di Venere; e non piccola parte della ricchezza e dello splendore della città nasceva dalle offerte fatte da licenziosa passione negli stessi templi di questa dea. Nessuna città dei tempi antichi era più dissoluta. Era la Parigi dell'antichità; la sede dello splendore, dello spettacolo e della corruzione. Eppure anche qui, nonostante tutti gli svantaggi dello splendore, dell'allegria e della dissolutezza, Paolo iniziò l'opera di erigere una chiesa; e qui ebbe un eminente successo.

Le due epistole che in seguito scrisse a questa chiesa mostrano l'estensione del suo successo; e il carattere ben noto e le inclinazioni del popolo spiegheranno la deriva generale degli ammonimenti e degli argomenti in quelle epistole. Corinto fu distrutta dai Romani 146 anni prima di Cristo; e durante la conflagrazione diversi metalli in uno stato fuso, correndo insieme, produssero la composizione nota come ottone corinzio.

Fu poi restaurato da Giulio Cesare, che vi impiantò una colonia romana. Ben presto riacquistò il suo antico splendore e ricadde nella sua precedente dissipazione e licenziosità. Paul vi arrivò nel 52 o 53 dC.

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