Bada, non considerare l'iniquità - Cioè, sii prudente che nella visione che hai del governo divino e dei sentimenti che esprimi, non diventi l'avvocato dell'iniquità. Elihu lo capì dalle osservazioni in cui si era lasciato andare e lo considerò divenuto l'avvocato degli stessi sentimenti che nutrivano i malvagi, e che in effetti manifestava lo stesso spirito. È bene mettere in guardia da ciò un uomo afflitto, quando tenta di ragionare sull'amministrazione divina.

Per questo hai scelto piuttosto che afflizione - Cioè, hai scelto piuttosto di dar sfogo al linguaggio del lamento, che di sopportare le tue prove con rassegnazione. “Hai preferito accusare la divina Provvidenza piuttosto che sottometterti pazientemente ai suoi castighi”. “Patrizio”. C'era troppa verità in questa osservazione su Giobbe; e non è ancora cosa rara nei momenti di prova, e anzi nella vita umana in generale.

La gente spesso preferisce l'iniquità all'afflizione. Commetteranno delitti piuttosto che subire i mali della povertà; saranno colpevoli di frode e falsificazione per evitare il desiderio arrestato. Saranno disonesti con i loro creditori piuttosto che sottomettersi alla disgrazia della bancarotta. Approfitteranno della vedova e dell'orfano piuttosto che soffrire loro stessi. “Il peccato è spesso preferito all'afflizione;” e molte sono le persone che, per evitare la calamità, non rifuggirebbero dal commettere il male.

Specialmente nei momenti di prova, quando la mano di Dio è posta sulle persone, queste "preferiscono" uno spirito di lamentela e mormorio alla rassegnazione paziente e serena alla volontà di Dio. Cercano sollievo anche nel lamentarsi; e pensano che sia "un certo" sollievo dalle loro sofferenze che possono "trovare da ridire su Dio". “Coloro che scelgono l'iniquità piuttosto che l'afflizione, fanno una scelta molto stolta; coloro che alleviano le loro preoccupazioni con piaceri peccaminosi, sfuggono ai loro problemi con progetti peccaminosi ed evitano le sofferenze per amore della giustizia con acquiescenza peccaminose contro le loro coscienze; costoro fanno una scelta di cui si pentiranno, perché c'è più male nel minimo peccato che nella più grande afflizione”. Enrico.

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