Perché convinse potentemente gli ebrei, e ciò pubblicamente, mostrando con le scritture che Gesù era Cristo. Convinse potentemente gli ebrei - Ευτονως διακατηλεγχετο; Confutò con veemenza gli ebrei; e che pubblicamente, non in conferenze private, ma nella sua predicazione pubblica: mostrando dalle scritture dell'Antico Testamento, che i Giudei ricevettero come divinamente ispirate, che Gesù, che era apparso di recente in mezzo a loro e che avevano crocifisso, era il Cristo, il Messia promesso, e che non c'era salvezza in nessun altro; e che devono riceverlo come il Messia, per sfuggire all'ira a venire.

Questo si rifiutarono di farlo; e ne conosciamo le conseguenze. La loro città fu saccheggiata, il loro tempio bruciato, tutta la loro politica civile e religiosa sovvertita, più di un milione di loro uccisi, e il resto sparso sulla faccia della terra.

1. La religione cristiana non si nascose dapprima in angoli e luoghi oscuri, per farsi forza, privatamente, prima che osasse manifestarsi pubblicamente. L'errore, consapevole della sua debolezza, e che le sue pretese non possono essere esaminate, è obbligato ad osservare una procedura così cauta. Con quanta cautela, circospezione e riservatezza Maometto propose la sua nuova religione! A poco a poco formò una festa, nel modo più privato, prima di azzardarsi a manifestare apertamente le sue pretese.

Non così il cristianesimo: si è manifestato nella maniera più pubblica, non solo nell'insegnamento di Cristo, ma anche in quello degli apostoli. Anche dopo la crocifissione di nostro Signore, gli apostoli ei credenti si recarono al tempio, il luogo più pubblico; e nella maniera più pubblica insegnava e operava miracoli. Gerusalemme, sede dei dottori, giudice della religione, fu il primo luogo in cui, per comando del loro Signore, i discepoli predicarono Cristo crocifisso. Non avevano dunque paura di veder provata la loro causa dalla prova più rigida della Scrittura; e anche nel luogo stesso in cui quella Scrittura era meglio compresa.

2. Quando gli stessi apostoli. portarono questo Vangelo nei paesi pagani, andarono nei villaggi, tra i greci meno informati o relativamente ignoranti, per formare un partito e proteggersi prendendo la moltitudine dalla loro parte? No! Andarono a Cesarea, ad Antiochia, a Tessalonica, ad Atene, a Corinto, a Efeso; proprio nei luoghi in cui la cultura fioriva di più, dove le scienze erano meglio coltivate, dove era più facile scoprire l'impostura e dove il potere secolare esisteva nel modo più dispotico e avrebbe potuto immediatamente schiacciarle fino a nulla se fosse stato dimostrato per essere impostori, o se non fossero stati sotto l'immediata protezione del Cielo! Quindi è evidente che questi santi uomini non temevano alcuna indagine razionale delle loro dottrine,

3. Predicarono Cristo crocifisso a Gerusalemme, dove era il più solenne interesse dei Giudei confutare la loro dottrina, per potersi discolpare dall'assassinio di Gesù Cristo. Predicarono lo stesso Cristo, e la vanità dell'idolatria, ad Atene, a Corinto ed a Efeso, dove l'idolatria esisteva nella pienezza del suo potere; e dove tutti i suoi interessi lo richiedevano per fare il fossato disperato e formidabile contro quegli innovatori.

Che cosa se non la più piena fiducia della verità di ciò che predicavano, la più piena convinzione della divinità della loro dottrina e l'influenza soprannaturale di Dio sulle loro anime, avrebbero mai potuto indurre questi uomini a predicare Cristo crocifisso, sia a Gerusalemme, sia a Atene? Non mi faccio scrupolo di affermare che il modo ardito e pubblico con cui gli apostoli predicarono il Vangelo, presso i Giudei ei Greci, sia una prova incontestabile della convinzione che avevano della sua verità; e il successo con cui furono favoriti è una dimostrazione che ciò che predicarono come verità Dio si dimostrò verità, stendendo la sua mano per guarire e facendo compiere segni e prodigi nel nome del santo bambino Gesù.

Questa è un'ulteriore prova della sincerità degli apostoli e della verità del cristianesimo. Se Paolo e Pietro, Barnaba e Sila, non avessero avuto la più completa persuasione che la loro dottrina fosse di Dio, non avrebbero mai osato proporla al Sinedrio di Gerusalemme, ai letterati di Corinto, agli Stoici e ai giudici inesorabili dell'Areopago. ad Atene.

4. Potremmo essere sorpresi di scoprire che, anche tra i Giudei, oltre che tra i Gentili, c'erano persone che usavano arti curiose. Quelli erano imperdonabili; questi erano da compatire. Cieco come ogni uomo è per natura, ma è consapevole che senza l'aiuto soprannaturale non può né assicurarsi il bene di cui ha bisogno, né evitare il male che teme: perciò si sforza di associare a sé l'influenza di agenti soprannaturali, al fine di preservare lui in sicurezza, e renderlo felice.

Abbandonando così e dimenticando la fonte dell'acqua viva, si scava cisterne che non possono contenere acqua. L'esistenza di arti magiche e incantesimi, reali o presunti, prova la credenza generale dell'esistenza di un mondo spirituale, e la coscienza dell'uomo della propria debolezza, e il suo bisogno di aiuto soprannaturale. Quando l'occhio sarà rivolto unicamente a Colui dal quale solo può venire il vero aiuto, dal quale è bandito il male e ristabilita la felicità!

Commento alla Bibbia, di Adam Clarke [1831].

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