E trovando discepoli, rimanemmo là sette giorni, i quali, per mezzo dello Spirito, disse a Paolo che non doveva salire a Gerusalemme. Chi disse a Paolo attraverso lo Spirito - Non possiamo intendere questo come un comando dello Spirito Santo di non salire a Gerusalemme, altrimenti Paolo deve essere stato altamente criminale per averlo disobbedito. Attraverso lo Spirito, devono o fare riferimento alla loro grande serietà per dissuaderlo dall'intraprendere un viaggio che chiaramente vedevano sarebbe stato dannoso per lui - e così Bp.

Pearce capisce questo posto; oppure, se si riferisce allo Spirito Santo, deve significare che se ha considerato la sua sicurezza personale non deve, in questo momento, salire a Gerusalemme. Lo Spirito ha predetto le persecuzioni di Paolo, ma non sembra aver proibito il suo viaggio; e Paolo era persuaso che, agendo come stava per fare, qualunque rischio personale corresse, avrebbe reso più gloria a Dio, andando a Gerusalemme, che fermandosi a Tiro o altrove.

Il significato di questa comunicazione divina era: "Se sali a Gerusalemme i Giudei ti perseguiteranno, e tu sarai imprigionato, ecc." Avendo saputo di ciò, avrebbe potuto desistere, poiché il tutto era condizionato: Paolo poteva o non poteva andare a Gerusalemme; se se ne andasse, sarebbe perseguitato e correrebbe il rischio di perdere la vita. Lo Spirito Santo non gli comandò di andare, né glielo proibì; il tutto era condizionato; e fu lasciato al libero esercizio del proprio giudizio e della propria coscienza.

Questo era un caso simile a quello di Davide in Keila, 1 Samuele 23:9 . Davide prevenne il male minacciato lasciando Keila: Paolo vi cadde andando a Gerusalemme.

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