Quella notte il re non poté dormire, e ordinò di portare il libro degli annali delle cronache; e furono letti davanti al re. Quella notte il re non riuscì a dormire - Il Targum dice che il re fece un sogno, che era il seguente: - "E il re ne vide uno a somiglianza di un uomo che gli disse queste parole: Haman desidera ucciderti, e per farsi re al tuo posto. Ecco, verrà da te di buon mattino per chiedere a te l'uomo che ti ha salvato dalla morte, che lo possa uccidere; ma di' ad Haman: Che cosa sarà fatto per uomo di cui il re studia l'onore? E scoprirai che non ti chiederà altro che i paramenti reali, la corona regale e il cavallo su cui il re è solito cavalcare».

I resoconti delle cronache - Ci si può chiedere bene, perché il re, in uno stato d'animo così turbato, dovrebbe desiderare che gli fosse letto un dettaglio così arido, come le cronache consentono? Ma la verità è che, siccome le cronache furono composte tra i Persiani, non avrebbe potuto portargli davanti un'opera più istruttiva e più divertente; perché erano tutti scritti in versi, e generalmente erano opera dei più eminenti poeti dell'Impero.

Sono scritti in questo modo al tempo presente; e il famoso poema epico del miglior poeta persiano, Ferdusi, l'Omero dell'India, non è altro che una raccolta di cronache riportate dalla creazione al regno di Mohammed Ghezny, all'inizio del X secolo. Dopo trent'anni di lavoro, terminò questa poesia, che conteneva centoventimila versi, e la presentò al sultano Mahmoud, che aveva promesso di dargli un dinaro (otto scellini e sei pence) per ogni riga.

Il poema fu terminato nel 984; ed è stato formato da composizioni di natura simile fatte da ex poeti. Questo poema cronologico è scritto in tutta l'armonia, la forza e l'eleganza della lingua più bella e armoniosa dell'universo; e ciò che aggiunge grandemente al suo valore è che ha poche parole arabe, di cui la bella lingua persiana fu caricata, e secondo me corrotta, dopo la conquista della maggior parte dell'Asia da parte dei Maomettani.

I pedanti dell'Indoostan, sia che parlino o scrivano, in prosa o in versi, influiscono su questa commistione di parole arabe; che, sebbene li soggioghino alle regole persiane, producono una rudezza in una lingua, che in Ferdusi scorre profonda e forte come un fiume d'olio su ogni tipo di canale. Tale, suppongo, fu la cronaca che fu letta ad Assuero, quando le sue distrazioni gli impedirono il sonno, e la sua mente turbata richiedeva quel riposo rassicurante che solo la mano gentile ma potente della poesia è, in tali circostanze, in grado di offrire.

Anche i nostri rudi antenati inglesi avevano le loro cronache poetiche; e, tra le tante, la cronaca di Roberto di Gloucester ne è la prova. Non ho bisogno di aggiungere che tutto ciò che è reale in Ossian è della stessa carnagione.

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