Non desideriamo la vana gloria, provocandoci a vicenda, invidiandoci a vicenda. Non desideriamo la vana gloria - Κενοδοξοι· Non cerchiamo la vana gloria - vanto delle nostre conquiste; vantarci di essere superiori agli altri; o cercare onore da quelle cose che non possiedono bene morale; nella nascita, nella ricchezza, nell'eloquenza, ecc., ecc.

Provocarsi a vicenda - Non possiamo dire a cosa questo possa riferirsi; se ai maestri giudaizzanti, che si sforzano di ergersi al di là dell'apostolo, e ai loro tentativi di sminuirlo agli occhi del popolo, per assicurarsi la fiducia pubblica e distruggere così l'influenza di S. Paolo nelle Chiese galate; o se a qualche altra questione nell'economia interna della Chiesa, non lo sappiamo.

Ma l'esortazione è necessaria per ogni cristiano, e per ogni Chiesa cristiana. Colui che professa di cercare l'onore che viene da Dio, non dovrebbe essere desideroso di vana gloria. Chi desidera mantenere l'unità dello Spirito nel vincolo della pace, non provochi un altro. Chi sa di non aver mai meritato alcun dono o benedizione da Dio, non deve invidiare ad un altro quelle benedizioni che la divina bontà avrà ritenuto opportuno concedergli.

Non potrebbe Dio fare ciò che vuole con i suoi? Se i cristiani in genere si accontentassero dell'onore che viene da Dio, se badassero a non dare provocazioni ai loro conservi cristiani, se smettessero di invidiare coloro ai quali Dio o l'uomo concede onori o vantaggi, dovremmo presto avere uno stato della Chiesa Cristiana più felice e più perfetto di quello che vediamo ora. Il cristianesimo ci impone di stimarci meglio di noi stessi, o in onore di preferirci l'un l'altro. Se tale disposizione non fosse stata necessaria al carattere cristiano, e alla pace e perfezione della Chiesa di Cristo, non sarebbe stata così fortemente raccomandata.

Ma chi ha questo a cuore, o pensa che ciò sia indispensabile per la sua salvezza? Dove questa disposizione non vive, ci sono sia il seme che il frutto della carne. Gli animi malvagi sono la rovina della religione e totalmente contrari al cristianesimo.

Commento alla Bibbia, di Adam Clarke [1831].

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