Ma ogni uomo è tentato, quando è attratto dalla propria concupiscenza e adescato. Ma ogni uomo è tentato - Sollecitato con successo al peccato, quando è tratto via dalla propria concupiscenza - quando, cedendo alla cattiva propensione del proprio cuore, fa ciò a cui è sollecitato dal nemico della sua anima.

Tra i rabbini troviamo alcuni bei detti su questo argomento. Nel Midrash hanaalam, fol. 20, e Yalcut Rubeni, fol. 17, si dice: "Questa è l'usanza della concupiscenza malvagia, יצר הרע yetser hara: Oggi si dice: Fai questo; domani, Adora un idolo. L'uomo va e adora. Di nuovo dice: Arrabbiati. "

"La cattiva concupiscenza è, all'inizio, come il filo di una tela di ragno; poi è come una fune di carro." Sinedrio, fol. 99.

Nelle parole, trascinato dalla propria lussuria e adescato, ὑπο της ιδιας επιθυμιας εξελκομενος και δελεαζομενος, c'è una doppia metafora; il primo riferito al trascinare un pesce fuori dall'acqua con un amo che aveva inghiottito, perché nascosto da un'esca; il secondo, alle lusinghe delle donne impure, che attirano nei loro lacci gli incauti, e li coinvolgono nella loro rovina. Connessioni illecite di questo tipo lo scrivente ha chiaramente in vista; e ogni parola che usa si riferisce a qualcosa di questa natura, come mostra il versetto seguente.

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