Altro. — Possiamo ben immaginare l'Apostolo soffermarsi, per così dire, a prendere fiato dopo lo splendido sfogo di retorica e logica misti che troviamo in 1 Corinzi 15:23 ; o forse anche rimandando a qualche altro giorno l'ulteriore dettatura della sua Epistola, quando avrebbe potuto riprendere con calma la sua argomentazione puramente logica in favore della dottrina della Risurrezione.

Allora non apparirà una tale improvvisa o inesplicabile rapidità nelle parole con cui questo nuovo argomento è iniziato. “Altrimenti” – cioè, se non c'è risurrezione – cosa faranno coloro che sono battezzati per i morti? Se i morti non vengono affatto risuscitati, perché allora vengono battezzati per i morti? Tale è la punteggiatura corretta, e non come nella versione inglese, che unisce la proposizione, “if the dead rise not”, con la parte precedente invece che con la successiva del verso.

Anche la parola tradotta "alzati" è "alzati". Questo è un argumentum ad hominem. La pratica nota come battesimo per i morti era assurda se non ci fosse la risurrezione. Praticarlo e negare la dottrina della risurrezione era illogico. Cosa faranno? cioè, quale spiegazione daranno della loro condotta? chiede l'Apostolo. Ci sono state numerose e ingegnose congetture sul significato di questo passaggio.

L'unica interpretazione sostenibile è che esistesse tra alcuni cristiani di Corinto la pratica di battezzare una persona viva al posto di qualche convertito che era morto prima che gli fosse stato somministrato quel sacramento. Tale pratica esisteva tra i marcioniti nel secondo secolo, e ancora prima tra una setta chiamata Corinzi. L'idea evidentemente era che qualunque beneficio scaturisse dal battesimo potesse essere così assicurato per procura per il cristiano defunto.

San Crisostomo ne dà la seguente descrizione: — “Dopo che un catecumeno ( cioè preparato per il battesimo, ma non effettivamente battezzato) era morto, nascosero un uomo vivo sotto il letto del defunto; poi giunti al letto del morto gli parlarono, e gli domandarono se voleva ricevere il battesimo, ed egli non dando risposta, l'altro rispose in sua vece, e così battezzarono i 'viventi per i morti.

'” San Paolo dunque, con ciò che qui dice, sancisce la pratica superstiziosa? Certamente no. Separa accuratamente se stesso e i Corinzi, ai quali si rivolge subito, da coloro che hanno adottato questa usanza. Non usa più la prima o la seconda persona; sono "loro" in tutto questo passaggio. Non è una prova per gli altri; è semplicemente l' argumentum ad hominem. Coloro che lo fanno e non credono a una risurrezione, confutano se stessi. Questa usanza probabilmente nacque tra i convertiti ebrei, che erano stati abituati a qualcosa di simile nella loro stessa fede. Se un ebreo moriva senza essere stato purificato da qualche impurità cerimoniale, qualche persona vivente faceva eseguire su di essa le necessarie abluzioni e i morti venivano così considerati puri.

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