Ha parlato di alberi. — Di questo verso ci sono state molte interpretazioni. Giuseppe Flavio ( Ant. viii. c. 2 , § 5) suppone che le affermazioni di Salomone su questi prodotti naturali siano state allegoriche e simboliche, sebbene dichiari di descriverli e le loro proprietà "come un filosofo". Le leggende rabbiniche e orientali, accolte con entusiasmo nel medioevo, gli attribuivano la conoscenza mistica e l'uso magico delle loro proprietà occulte.

Gli scrittori moderni hanno visto in questa espressione la prima alba di una storia naturale scientifica e di una poesia idilliaca. In tutte queste supposizioni c'è del vero, sebbene ciascuna, nel suo significato letterale, interpreti evidentemente l'opera di Salomone con le idee del proprio tempo. L'esame del Cantico dei Cantici, e anche del Libro dei Proverbi - per non parlare dell'Ecclesiaste e di parecchi Salmi, e del Libro di Giobbe, che si ritiene appartenesse all'età di Salomone - mostra in essi ripetuti esemplificazioni di un profondo senso della meraviglia e della bellezza della Natura, e anche un'attenta osservazione della Storia naturale nei dettagli. Ma mostra anche, come ci si sarebbe potuto aspettare, una costante contemplazione di Dio nella e sulla Natura (come in Salmi 104), un desiderio di conoscere il segreto della Sua dispensazione in esso, una concezione di un'unità nella Sua legge su tutto l'essere e, come conseguenza necessaria di ciò, una tendenza all'interpretazione e alla parabola mistiche.

Se nelle opere qui citate, e ora perdute, vi fossero (come suppone Ewald) "i rudimenti di una storia naturale completa", sarebbe anacronistico dubitare che fossero contrassegnati da queste caratteristiche principali.

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità