Ti ho ascoltato in un tempo accettato... — Meglio, forse, accettabile. Il significato del pronome "Egli", riferito a Dio, è determinato dal versetto precedente. Il tempo del greco è meglio espresso da, ti ho ascoltato... ti ho soccorso. Come con altre citazioni, è una deduzione naturale che San Paolo avesse il contesto, così come le parole effettivamente citate, nella sua mente, ed è interessante, di conseguenza, ricordare quel contesto.

Le parole ( Isaia 49:8 ) sono tra quelle rivolte in un primo momento al servitore di Geova, come "la luce dei Gentili"; poi, a quanto pare, nel suo nome, come il Santo, e in quello di Geova, a Israele come nazione. Nei rapporti di Dio con il suo popolo per mezzo di Cristo l'Apostolo vide il vero compimento delle parole di Isaia. Mai, nonostante tutte le calamità esteriori, c'era stato un tempo così accettabile, un giorno così pieno di liberazione.

Ecco, ora è il momento dell'accettazione... — La parola per “accettato” è molto più forte che nella frase precedente. Del tutto accettabile è, forse, il suo miglior equivalente. La solennità delle parole era, forse, intensificata nel pensiero di san Paolo da quella che gli sembrava la vicinanza dell'imminente giudizio. Sono state offerte opportunità, come dovremmo dire, che potrebbero non ripresentarsi mai più.

Ma l'esperienza prolungata della longanimità di Dio ha dato alle parole un significato ancora più profondo. C'è, per così dire, un “adesso” che attraversa i secoli. Per ogni chiesa e nazione, per ogni singola anima, c'è un presente d'oro che potrebbe non ripresentarsi mai più e in cui si trovano infinite possibilità per il futuro. Le parole dell'Apostolo sono, per così dire, l'espressione trasfigurata della generalizzazione di una vasta esperienza che ci dice che:

"C'è una marea negli affari degli uomini
che, presa al diluvio, conduce alla fortuna:
omesso, tutto il viaggio della loro vita
è legato alle secche e alle miserie".

— Shakespeare, Giulio Cesare, iv. 3.

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