Perché ormai il digiuno era già passato. — Il digiuno era il giorno dell'espiazione ebraica, che cadeva il decimo di Tisri (in quell'anno, il 24 settembre), il settimo mese dell'anno ecclesiastico ebraico. La stagione della navigazione con gli ebrei era calcolata dalla festa di Pentecoste a quella dei Tabernacoli, che cadeva cinque giorni dopo il digiuno. Il calcolo romano dava una gamma alquanto più ampia, sc., dal sesto giorno delle Idi di marzo al terzo delle Idi di novembre.

Il modo in cui san Luca nomina il digiuno, e non la festa dei tabernacoli, rende probabile che il tempo a cui siamo ora giunti sia stato tra il 24 settembre e il 1 ottobre, quando i venti etesiani, che sono sempre della natura di tempeste equinoziali, sarebbero naturalmente più violente. Probabilmente, inoltre, la data potrebbe essere stata fissata alla memoria di san Luca dall'osservanza del digiuno da parte di san Paolo. Non era probabile che lasciasse un giorno così memorabile inosservato, per quanto poco gli importasse di imporre la sua osservanza agli altri. Tenere la Festa dei Tabernacoli a bordo della nave era, ovviamente, impossibile.

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