Perciò così dice il Signore... — La voce divina interiore risponde al lamento appassionato. Anche il profeta ha bisogno, non meno del popolo, di “tornare” alla sua vera mente, di pentirsi dei suoi mormorii e della sua sfiducia. Solo a quella condizione egli può di nuovo "stare davanti" al Signore nel pieno senso di quella parola, e servirLo come sacerdote-profeta (cfr. 1 Re 17:1 ; 1 Re 18:15 ; 2 Re 3:14 ).

Deve distinguere tra “il prezioso e il vile”, tra l'oro e le scorie, tra un giusto zelo e l'amarezza abbattuta che è la sua spuria contraffazione, non solo nelle persone a cui parla ma in se stesso. Soprattutto deve guardarsi dall'essere tentato dal suo senso di fallimento, per tornare alla gente con il carattere di chi accorda la voce a seconda del tempo. Piuttosto devono “tornare” a lui ed elevarsi al suo livello, entrambi “ritornando” a Geova.

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