E c'era un mendicante di nome Lazzaro. — La parola per “mendicante”, si può notare, è la stessa del “povero” di Luca 6:20 . L'occorrenza in questo caso solitario di un nome personale nelle parabole di nostro Signore, suggerisce la domanda: Che cosa si intendeva con esso? Si presentano tre risposte, ognuna delle quali più o meno compatibile con le altre due.

(1) Potrebbe esserci stato un vero mendicante con quel nome noto sia ai discepoli che ai farisei. (2) Il significato del nome, l'attuale forma greca di Eleazar (=“Dio è il soccorritore”), potrebbe essere stato inteso a simboleggiare la miseria esteriore di chi non aveva altro aiuto. (3) Come quello che sembra più probabile, il nome potrebbe essere stato inteso come un monito a Lazzaro di Betania. Era certamente ricco.

Abbiamo visto qualche motivo per identificarlo con il giovane sovrano che aveva grandi possedimenti. (Vedi Note su Matteo 19:18.) In ogni caso era esposto alle tentazioni che la ricchezza porta con sé. Quale avvertimento più efficace poteva essergli dato che sentire il proprio nome portato in una parabola, come appartenente al mendicante che fu portato nel seno di Abramo, mentre la sua vita reale corrispondeva più o meno da vicino a quella del ricco che passò in i tormenti dell'Ade? Non gli è stato insegnato così, ciò che tutto il resto non gli ha insegnato, che se voleva la vita eterna doveva spogliarsi delle ricchezze che gli impedivano di entrare nel Regno di Dio? Si può notare che quasi ogni disposizione armonizzata della storia evangelica colloca la parabola quasi immediatamente prima della morte e risurrezione di Lazzaro (vedi Nota su Giovanni 11:1), mentre in alcuni di essi si pone tra i due la questione del giovane sovrano.

La combinazione, in entrambi i casi, suggerisce il pensiero di un continuo processo di educazione spirituale, per mezzo del quale le cose che erano "impossibile agli uomini" si mostravano "possibili a Dio" ( Matteo 19:26 ). Prima l'immagine del mondo invisibile tracciata in immagini simboliche, in modo da imporsi alla sua attenzione, poi un'esperienza reale delle realtà di quella vita; questo era ciò di cui aveva bisogno, e questo gli fu dato.

Deposto al suo cancello, pieno di piaghe,... — Letteralmente, al suo portico, o gateway. La parola greca per "pieno di piaghe" è un po' più tecnica di quella inglese; letteralmente, ulcerato, quello che uno scrittore medico come San Luca userebbe per esprimere uno stato generalmente ulceroso di tutto il corpo. La descrizione ha portato, nel tempo, all'applicazione del nome di lebbroso a coloro che soffrivano di lebbra, come prodotto di una condizione analoga, e così si ottengono i termini, lazzaro, lazzaro, lazzaretto. Nei lazzaroni italiani l'idea del mendicante è preminente senza quella delle piaghe.

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità