Ma soprattutto nelle brame immortali che ha risvegliato nell'Anima.

Ecclesiaste 3:11

Anzi, andando alla radice stessa della questione ed esponendone tutta la filosofia, il Predicatore ci insegna che la ricchezza, per quanto grande e largamente impiegata, non può soddisfare gli uomini, poiché Dio ha «messo nei loro cuori l'eternità» oltre che il tempo: e come tutti i regni di un mondo che deve presto passare accontentare coloro che vivranno per sempre? Questo detto, "Dio ha messo l'eternità nei loro cuori", è uno dei più profondi di tutto il libro, e uno dei più belli e suggestivi.

Ciò che significa è che, anche se un uomo limitasse i suoi scopi e desideri entro "i confini e le coste del Tempo", non può farlo. La stessa struttura della sua natura lo vieta. Perché il tempo, con tutto ciò che eredita, lo attraversa come un torrente, così che, se vuole assicurarsi un bene duraturo, deve afferrare ciò che è eterno. Potremmo ben chiamare questo mondo, per tutti così solido come sembra, "un mondo che perisce"; poiché, come i nostri corpi, è in un flusso perpetuo, morendo in ogni momento per poter vivere un po' più a lungo, e presto deve finire.

Ma noi, nel nostro vero io, noi che abitiamo dentro il corpo e usiamo le sue membra come l'operaio usa i suoi strumenti, come possiamo trovare un bene soddisfacente sia nel corpo che nel mondo che gli è affine? Vogliamo un bene duraturo come noi stessi. Niente di meno che questo può essere il nostro bene principale, o ispirarci con un vero contenuto.

"Come le onde fanno verso la spiaggia di ciottoli,

Quindi i nostri minuti affrettano la loro fine:

Ogni luogo che cambia con quello che precede,

Nella fatica successiva tutti gli attaccanti si contendono"

E tanto vale pensare di costruire una dimora stabile sulle onde che si infrangono sulla spiaggia di ciottoli, quanto di trovare un bene duraturo nei minuti successivi che ci portano lungo la corrente del tempo. È solo perché non comprendiamo questa "opera di Dio" nel mettere l'eternità nei nostri cuori e quindi nel renderci impossibile accontentarci di qualcosa di meno di un bene eterno; è perché, immersi nella carne e nelle sue cure e delizie, dimentichiamo la grandezza della nostra natura, e siamo tentati di vendere la nostra immortale primogenitura per un piatto di minestra che, per quanto ne godiamo oggi, ci lascerà affamati domani: è solo, dico, perché non riusciamo a comprendere quest'opera di Dio "dal principio alla fine", che ci illudiamo sempre con la speranza di trovare in ciò che la terra offre un bene in cui possiamo riposare.

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