capitolo 3

Il suo araldo - Matteo 3:1

Sono passati TRENT'anni da quando tutta Gerusalemme era nei guai alla voce della nascita del Messia. Ma poiché da allora non si è più saputo nulla di Lui, l'eccitazione è passata. Coloro che ne erano preoccupati sono vecchi o vecchi o morti; quindi nessuno ne pensa o ne parla ora. Da allora ci sono stati diversi cambiamenti politici, per lo più in peggio. La Giudea è ora una provincia di Roma, governata da procuratori, dei quali il sesto, detto Ponzio Pilato, è appena entrato nel suo ufficio.

La società è più o meno la stessa di prima: la stessa mondanità e lussuosa vita alla maniera del greco, lo stesso formalismo e. bigottismo alla maniera dello scriba. Non c'è segno, almeno a Gerusalemme, di un cambiamento in meglio.

L'unica cosa nuova che si muove è un pettegolezzo per strada. La gente si dice l'un l'altro che è sorto un nuovo profeta. "Nel palazzo?"-"No." "Nel tempio?"-"No." "Sicuramente da qualche parte in città?"-"No." È nel deserto, vestito con gli abiti più rudi, sopravvivendo con il cibo più povero, una protesta vivente contro il lusso del tempo. Non pretende di imparare, non fa distinzioni fini, non dà interpretazioni curiose, eppure, con solo un semplice messaggio, che però consegna come proveniente direttamente da Dio stesso, sta attirando folle ad ascoltarlo da tutte le campagna.

Così la voce si sparge per la città, e moltissimi escono per vedere di cosa si tratta; alcuni forse per curiosità, altri nella speranza che possa essere l'alba di un giorno più luminoso per Israele, tutti senza dubbio più o meno mossi dall'eccitazione del pensiero che, dopo tanti secoli silenziosi, è venuto un vero profeta, come quelli di un tempo. Perché bisogna ricordare che anche nella gaia Gerusalemme i sentimenti profondamente radicati di orgoglio nazionale e patriottismo erano stati solo sovrapposti, non superati, dalla patina della civiltà greca e romana, che per il momento sembrava solo soddisfare il popolo.

Così vanno in massa nel deserto; e cosa vedono? "Un uomo vestito di bei vestiti", come gli ufficiali romani nel palazzo, che in quei giorni degenerati erano l'orgoglio di Gerusalemme? "Una canna agitata dal vento", come i politici al servizio del tempo? No, in verità; ma un vero profeta del Signore, uno che ricorda loro ciò che hanno letto nelle Scritture del grande Elia, che apparve improvvisamente nella regione montana selvaggia di Galaad, in un momento in cui i costumi fenici stavano facendo lo stesso scempio in Israele che i greci le buone maniere si stanno facendo a Gerusalemme.

Chi può essere? Sembra essere più di un profeta. Può essere il Cristo? Ma questo lo smentisce completamente. È Elia allora? Giovanni probabilmente sapeva di essere stato inviato "con lo spirito e la potenza di Elia", perché così aveva appreso suo padre dall'angelo in occasione dell'annuncio della sua nascita; ma non era questo il punto della loro domanda. Quando hanno chiesto: "Sei tu Elia?" significavano "Sei tu Elia risorto dai morti?" A questo deve, ovviamente, rispondere: "No.

Allo stesso modo deve rinnegare l'identità con nessuno dei profeti. Non scambierà il nome di nessuno di questi santi uomini antichi. Basta che venga, senza nome, davanti a loro, con un messaggio del Signore. Perciò, tenendosi in secondo piano, presenta loro il suo messaggio, contento che vi riconoscano il compimento della nota parola profetica: «Voce che grida nel deserto: preparate la via del Signore, fate Le sue strade sono dritte".

Giovanni vuole che si capisca distintamente che non è quella Luce che i profeti dell'antichità hanno detto loro dovrebbe sorgere, ma è inviato per testimoniare quella Luce. È venuto come araldo per annunciare l'arrivo del Re e per invitare il popolo a prepararsi per la Sua venuta. Non pensare a me, grida, non chiedere chi sono; pensa al Re che viene, e preparati per LUI, - "Preparate la via del Signore, raddrizzate i Suoi sentieri".

Come preparare la via del Signore? È convocando il popolo alle armi in tutto il paese, affinché possa respingere l'invasore romano e restaurare l'antico regno? Un tale annuncio senza dubbio avrebbe toccato una corda che avrebbe vibrato in tutto il paese. Sarebbe stato alla maniera degli uomini; non era la via del Signore. La convocazione deve essere, non alle armi, ma al pentimento: "Lavati, purificati: elimina il male delle tue azioni.

"Così, invece di marciare su, una schiera di guerrieri, alla cittadella romana, il popolo si accalca, banda dopo banda di penitenti, al Giordano, confessando i propri peccati. Dopotutto è di nuovo il vecchio, vecchio messaggio profetico, -lo stesso che era stato inviato di generazione in generazione a un popolo sviato, il suo fardello sempre questo: "Volgetevi a me, dice il Signore degli eserciti, e io mi volgerò a voi, dice il Signore degli eserciti".

Come molti degli antichi profeti, Giovanni insegnava sia con i simboli che con le parole. La preparazione necessaria era una purificazione interiore, e quale simbolo più appropriato di essa del battesimo in acqua a cui chiamò la nazione? «In quel giorno», è scritto nei profeti, «sarà aperta una fonte per la casa di Davide e per gli abitanti di Gerusalemme, per il peccato e per l'impurità». La profezia stava per adempiersi e il battesimo di Giovanni ne era il segno appropriato.

Ancora, in un altro dei profeti la promessa diceva: "Allora spruzzerò su di voi acqua pura e sarete mondi; da ogni vostra sporcizia e da tutti i vostri idoli io vi purificherò e metterò il mio spirito dentro di voi". Giovanni sapeva bene che non gli era stato dato di adempiere questa promessa. Non poteva concedere il vero battesimo, il battesimo dello Spirito Santo; ma poteva battezzare con acqua; poteva dare il segno e la certezza ai veri.

cuore pentito che ci fosse perdono e purificazione nell'Uno che veniva; e così, con il suo battesimo con l'acqua, come pure con il messaggio che ha consegnato, preparava la via del Signore. Tutto questo, non possiamo non osservare, era in perfetto accordo con la meravigliosa espressione profetica di suo padre Zaccaria, come registrato da "San Luca" tu, bambino, sarai chiamato il profeta dell'Altissimo: perché tu andrai davanti al volto del Signore per preparargli le vie; dare la conoscenza della salvezza al Suo popolo mediante "la remissione dei suoi peccati", non dare la salvezza, che solo Cristo può dare, ma la conoscenza di essa.

Questo non lo fece solo raccontandolo. Della venuta del Salvatore, e, quando venne, additandolo come «l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo»: ma anche con il segno opportuno del battesimo, che dava la stessa conoscenza nel linguaggio simbolico rivolto all'occhio.

L'appello del profeta del deserto non è vano. La gente viene. Le folle aumentano. La nazione è spostata. Anche i grandi della nazione acconsentono a seguire la moltitudine. Vengono i farisei ei sadducei, i capi dei due grandi partiti della Chiesa e dello Stato; molti di loro stanno arrivando. Che conforto deve essere questo per l'anima del profeta. Con quanta gioia li accoglierà e farà sapere che ha tra i suoi convertiti molti dei grandi del paese! Ma il severo Battista non è un uomo di tale stampo.

Che cosa gli importa del rango, della posizione o dell'influenza mondana? Quello che vuole è la realtà, la semplicità, la sincerità divina; e sa che, come queste virtù sono scarse nella comunità in generale, sono le più scarse di tutte tra questi dignitari. Non permetterà la minima mescolanza di insincerità o ipocrisia in quella che è, finora, un'opera manifesta di Dio. Egli deve mettere alla prova questi nuovi arrivati ​​al massimo, perché il peccato di cui hanno più bisogno di pentirsi è proprio il peccato che corrono il pericolo di commettere di nuovo nella sua forma più aggravata nell'offrirsi per il battesimo.

Deve quindi mettere alla prova le loro motivazioni: deve ad ogni rischio assicurare che, a meno che il loro pentimento non sia genuino, non siano battezzati. Per il loro bene, così come per il bene del lavoro, questo è necessario. Da qui il linguaggio forte, persino duro che usa nel porre la domanda sul perché fossero venuti. Eppure non li respingeva né li scoraggiava. Non li manda via come una redenzione passata, ma chiede solo che portino frutti degni del pentimento che professano.

E perché non pensino che ci fosse per loro una via di entrata più facile che per altri, perché non pensino di avere sufficienti pretese a causa della loro discendenza, ricorda loro che Dio può avere il suo regno sulla terra, anche se ogni figlio di Abramo nel mondo dovrebbe respingerlo: "Non pensate di dire dentro di voi: Abbiamo Abramo per nostro padre: poiché io vi dico che Dio può da queste pietre suscitare figli ad Abramo".

È come se dicesse: Il prossimo regno di giustizia e verità non verrà meno, anche se i farisei ei sadducei e tutti i figli naturali di Abramo si rifiutano di entrare nella sua unica porta del pentimento; se non c'è risposta alla convocazione divina dove è più prevedibile, allora può essere assicurata dove è meno prevedibile; se la carne diventa pietra, allora la pietra può farsi carne, secondo la parola della promessa.

Quindi non ci saranno assembramenti di semplici formalisti per fare numeri, senza includere coloro che sono solo "ebrei esteriormente". E non ci saranno mezze misure, nessun compromesso con il male, nessun negoziato con coloro che non sono disposti o disposti solo a metà a pentirsi. È arrivato un momento di crisi, - "ora anche la scure è posta alla radice degli alberi". Non è ancora sollevato. Ma è lì, pronto, pronto per il Signore della vigna, quando verrà (ed è vicino); poi, «ogni gratuità che non porta buon frutto viene tagliata e gettata nel fuoco».

Eppure non viene per il giudizio, - continua Giovanni, - ma per adempiere la promessa del Padre. Viene per battezzarti con lo Spirito Santo e con il fuoco, per purificarti fino in fondo e per animarti con una vita nuova, splendente, tesa verso l'alto, che aspira al cielo; ed è per prepararvi a questa indicibile benedizione che vi chiedo di venire a togliere quei peccati che devono essere una barriera sulla via della Sua venuta, quei peccati che annebbiano i vostri occhi affinché non possiate vederlo, che tappano le vostre orecchie affinché non possiate riconoscere la voce del vostro Pastore, che intasa i vostri cuori affinché lo Spirito Santo non possa raggiungerli, - pentitevi, pentitevi e battezzatevi tutti voi; poiché dopo di me viene Uno, più potente di me, di cui non sono degno di essere il servitore più meschino: -Egli ti battezzerà con lo Spirito Santo e con fuoco, se sei pronto a riceverlo;

Il lavoro di Giovanni deve ancora essere fatto. Spetta specialmente ai ministri di Cristo; se fossero tutti ansiosi quanto lui di tenersi in disparte, poco preoccupati della posizione, del titolo, del grado ufficiale o della considerazione personale.

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